Incinta all’ottavo mese le negano il bagno: “Sono le regole”

A una donna 35enne incinta all’ottavo mese di gravidanza è stato negato l’utilizzo del bagno a causa delle regole attualmente vigenti negli uffici pubblici.

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Foto Unsplash

Una donna incinta all’ottavo mese si è vista negare l’utilizzo del bagno dell’ufficio dell’Agenzia delle Entrate in cui si trovava per lavoro.

La vicenda si è svolta a Frosinone, presso l’ufficio riscossioni situato in Piazza Pertini, sede dell’Agenzia dell’Entrate che precedentemente ospitava l’Equitalia.

La protagonista di questo episodio destinato a suscitare un acceso dibattito è un’avvocatessa di 35 anni, incinta all’ottavo mese di gravidanza.

I fatti si sono svolti alcuni giorni fa, quando la Regione Lazio era ancora in zona rossa. Di fronte alla sua richiesta di utilizzare la toilette, la futura mamma ha ricevuto una risposta che l’ha lasciata senza parole.

“Ci dispiace, non è permesso”: negano la toilette a una donna in gravidanza

Durante la gravidanza, si sa, le donne hanno bisogno di recarsi alla toilette più spesso: in particolare, man mano che la pancia della futura mamma cresce, la vescica si riempie più velocemente e il bisogno di urinare diventa sempre più frequente.

gorgonzola in gravidanza
(Foto Pixabay)

Figurarsi per una donna incinta al penultimo mese, quando ormai le settimane che la separano dal parto sono davvero pochissime: alla 35enne di Frosinone è successo proprio questo mentre si trovava negli uffici dell’Agenzia delle Entrate per motivi di lavoro.

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Alla sua richiesta di utilizzare i servizi igienici, però, la risposta del direttore è stata irrevocabilmente chiara: “Non è possibile utilizzare i bagni pubblici a causa della normativa anti-covid”.

Alla donna incinta all’ottavo mese è stato negato il bagno senza possibilità di replica: l’avvocatessa ha accusato un malore che l’ha costretta a chiamare il marito per farsi venire a prendere.

Una vicenda che ha dell’incredibile e che è destinata ad avere un seguito: la protagonista, infatti, sta valutando la possibilità di presentare un esposto. Anche in zona rossa, infatti, la normativa prevede la possibilità di aprire i bagni pubblici in caso di necessità.

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Resta il dubbio, se bisognasse davvero arrivare a questa conclusione: probabilmente, bastava il buon senso e un po’ di rispetto umano per le condizioni della donna.

Fortunatamente, spesso il buon senso e il buon cuore non sono altro che lo specchio delle regole.

Chiara Burriello

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