Spia della demenza: non solo la memoria, ma anche il corpo

Al giorno d’oggi sono sempre di più i casi di demenza e una spia per prevenirla può derivare non solo da un memoria “annebbiata”, bensì da un cambiamento che interessa il corpo.

spia demenza
Cervello e punti di domanda (Pixabay)

Dimenticare all’improvviso tutti i ricordi di una vita o i volti dei propri cari spaventa molte persone che si avvicinano alla terza età. Per questo motivo è molto utile avere ben chiaro quali sono i segnali che possono preannunciare il verificarsi di malattie croniche degenerative come la demenza.

Uno studio scientifico che si è focalizzato sulle abilità motorio-prassiche ha dimostrato che la spia della demenza, più che nella memoria annebbiata, si può rilevare in un cambiamento corporeo che spesso viene trascurato. Scopriamo insieme qual’è.

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Osservare il corpo può diventare una spia per prevenire la demenza

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Cervello e punti di domanda (Pixabay)

Notare i mutamenti, anche più lievi, nelle proprie abilità è fondamentale per capire cosa sta accadendo nel proprio organismo. Per quanto riguarda il funzionamento cognitivo, esistono diversi modi per mettersi alla prova. Di solito questi consistono in una serie di domande oppure nella lettura di un elenco di parole specifiche per capire “lo stato di salute” della memoria.

Altri studi, invece, mettono in evidenza degli aspetti che interessano le abilità motorio-prassiche. È il caso di una review scientifica canadese si è occupata di individuare i cambiamenti nei movimenti corporei, i quali, dai dati emersi da diversi studi, possono indicare un principio di demenza. Gli esperti, infatti, in una nota introduttiva, affermano che il declino cognitivo e quello motorio sono processi correlati tra loro. Spesso, infatti, accade che questi due eventi coincidano nel loro manifestarsi oppure che il deterioramento della mobilità preceda quello cognitivo.

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Gli esperti hanno notato che sono almeno 2 i movimenti corporei che si associano a un maggiore rischio di demenza: funzione motoria degli arti superiori e delle gambe. In particolare, alterazione dell’equilibrio e velocità dell’andatura in soggetti anziani senza malattie neurologiche possono essere un predittore della malattia degenerativa. Sebbene questi dati meritino ulteriori approfondimenti, le evidenze scientifiche mostrano l’importanza di studiare anche i mutamenti delle abilità motorio-prassiche negli adulti e anziani. (Serena Ponso)

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