Prezzo della benzina, perché a Livigno costa 1,3 euro al litro

Per quale motivo il prezzo della benzina è così basso da quelle parti, al punto da essere a meno della metà del resto d’Italia. La situazione altrove è insostenibile.

Rifornimento di carburante alla pompa
Rifornimento di carburante alla pompa (Pixabay)

Prezzo della benzina, la situazione non sembra destinata a volgere a dei miglioramenti. Al momento ci troviamo ben oltre i due euro al litro in ogni stazione di servizio. Con una media molto simile tanto per la benzina stessa quanto per il gasolio.

In alcune parti il prezzo della benzina e del diesel ha raggiunto univocamente i 2,4 euro per litro, e veleggia ampiamente verso i due euro e mezzo ed oltre. Ma ciò che è peggio è che le previsioni per il mese di aprile non promettono affatto bene.

Tanto per il prezzo della benzina e dei carburanti in generale quanto per quello delle bollette e di tanti altri beni necessari e non, si profilano ulteriori aumenti. Eppure, in questa situazione estremamente critica, c’è chi se la passa bene, e continua a spendere molto poco per fare un pieno.

Prezzo della benzina, a Livigno costa meno della metà

Indicatore del carburante
Indicatore del carburante (Pixabay)

Il riferimento è ad una zona speciale d’Italia, un vero e proprio porto franco in virtù del suo status speciale di area extradoganale. Ed in cui le quali le accise e l’Iva sui carburanti non vengono applicate. Si tratta di Livigno, località di montagna situata in provincia di Sondrio.

Qui la benzina ha un costo di un euro e 36 centesimi a litro, mentre il gasolio non arriva all’euro a litro. E da questo punto di vista la situazione è ben più diversa rispetto al resto d’Italia. Dove invece vigono le accise istituite nel corso degli anni Trenta per finanziare la guerra in Etiopia ed Eritrea.

Il peso delle tasse sulla benzina e dell’Iva finiscono con il gravare per l’appunto di circa il 57%, stando ad un recente calcolo effettuato dal Codacons.

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Scioperi e blocchi la naturale conseguenza di tutto questo

Per cui le associazioni di categoria chiedono l’azzeramento di queste imposte, perché avere la benzina a due euro e mezzo al litro vuol dire contribuire a paralizzare di colpo praticamente qualsiasi attività economica e sociale.

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Difatti stanno avvenendo degli scioperi e delle proteste da parte degli autotrasportatori che hanno portato già molti punti di produzione e di vendita a non potere rispettivamente né continuare con i processi di fabbricazione né con quelli della vendita.

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Quindi si rende indispensabile un intervento in tal senso del Governo per fare si che i prezzi dei carburanti tornino a livelli accettabili.

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