Pellet, come riconoscere quello di qualità: i consigli per non sbagliare

Il pellet è una delle soluzioni di riscaldamento più scelte dagli italiani: ti diciamo come scegliere quello migliore e di qualità

Pellet
Pellet (AdobeStock)

Le stufe a pellet sono le soluzioni che negli ultimi anni stanno interessando molto gli italiani. Macchine che permettono di riscaldare molto bene gli ambienti, che possono essere programmate e gestite anche con i palmari a distanza, per mantenere la casa calda in modo comodo e non troppo dispendioso.

Una scelta a cui pensa anche chi fino a poche settimane fa ha sempre usato il gas per il riscaldamento durante l’inverno ma che, con i rincari, si sta guardando intorno per trovare altre soluzioni alternative. Il pellet sembra essere perfetto: riduce i consumi e dona delle prestazioni eccezionali.

La cosa essenziale è scegliere sempre un prodotto di ottima qualità e dunque pellet che non sia scadente e che abbia un’alta resa. Da non sottovalutare, poi, il punto strategico in cui installare la stufa in casa affidandosi ad un tecnico qualificato.

Per il momento vediamo come scegliere il pellet per creare una prima scorta in casa e quali sono le caratteristiche che ne identificano la qualità.

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Pellet, tutte le caratteristiche per scegliere il migliore

pellet che arde
pellet che arde (AdobeStock)

Il pellet non è altro che legno. Si tratta di piccole chicche di scarti di legno che permettono di produrre ottimo calore. In sostanza si tratta di segatura compressa in piccoli cilindri. Come per tutte le cose, anche il pellet non è tutto uguale.

In commercio se ne trovano di diverse tipologie vendute in sacchi di plastica facilmente trasportabili. Ecco perché è importante saper leggere le etichette e capire quale sia un pellet di buona qualità per avere le massime prestazioni ma anche per non rovinare la stufa.

La cosa essenziale è non farsi attirare dal prezzo. Spesso un pellet economico ha un basso potere calorifico. Un valore medio buono si aggira intorno ai 4,5 – 5 kWh/Kg. Un potere calorifico che si inferiore a questo contraddistingue un pellet scadente.

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Poi c’è da guardare i residui di cenere: è essenziale che la percentuale sia sempre inferiore all’1%. Questo come il valore precedente deve essere riportano sull’etichetta. Se non è espresso è meglio evitare di comprare quel tipo di pellet.

Si aggiunge anche il tasso di umidità che non deve mai raggiungere il 10%. Se il pellet è umido ha un minore potere calorifico e nello stesso tempo è anche più ricco di resine che si attaccano poi alle pareti della stufa.

Altro elemento da controllare prima dell’acquisto del pellet è la provenienza del legno. Anche questa caratteristica deve essere riportata sull’etichetta. La certificazione che vale per i prodotti italiani ed europei è la ENplus con tre marchi di qualità: A1, A2 e B. Si aggiungono anche DIN PLUS, Pellet Gold e ONORM M7135, tutte certificazioni autorevoli.

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