Mettere il sale dopo la cottura: perché non andrebbe fatto

Sarà capitato anche a te di non aver messo abbastanza sale durante la cottura di un alimento e dunque di averlo aggiunto dopo. Ma sei sicuro che questo atteggiamento sia privo di rischi? Risponde uno studio.

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Sale nel piatto (Pexels)

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Il mondo è bello perché è vario ed è proprio perché siamo tutti diversi che potremmo avere esigenze differenti anche a tavola, alcune delle quali possono aver a che fare con la quantità di sale da porre durante o dopo la cottura di un alimento.

C’è a chi infatti piacciono i piatti insipidi e chi invece preferisce gustarli salati. E a seconda dei gusti personali la quantità di sale può risultare eccessiva o insufficiente. Ma a quanto pare è il secondo caso quello più pericoloso, perché secondo un recente studio aggiungere il sale dopo la cottura è un comportamento che andrebbe evitato. Scopriamo insieme perché.

Quando aggiungere il sale? Durante o dopo la cottura?

sale nel piatto
Mettere il sale nel piatto (Pexels)

Per alcuni la quantità di sale da inserire durante la cottura potrebbe essere irrilevante, dato che comunque è possibile aggiungerlo dopo. Ma non bisognerebbe pensarla in questo modo, perché a quanto pare questa scelta non è del tutto priva di rischi. Un recente studio messo in atto da un database biomedico britannico (Biobank) ha infatti analizzato più di 500.000 persone, alle quali è stato sottoposto un questionario tra il 2006 e il 2010, grazie al quale si è cercato di indagare sulla quantità di sale aggiunta dopo la cottura dei pasti.

Lo studio è stato fatto su una durata di 10 anni, durante i quali queste persone sono state monitorate. E oggi sappiamo finalmente i risultati. A quanto pare, dalle conclusioni è emerso che più le persone aggiungevano il sale ai pasti e maggiore era la loro probabilità di morire prematuramente. Un risultato che secondo Lu Qi, autore principale dello studio, si allinea perfettamente con gli studi fatti in precedenza e che hanno mostrato a loro volta come un elevato consumo di sodio possa influire negativamente sulla salute e su diverse condizioni quali malattie cardiovascolari e ipertensione.

Dunque, in sostanza chi assume più sale ha un’aspettativa di vita più bassa ed è soggetto a un maggiore rischio di morte.
Il problema che però interessa la società contemporanea e sul quale i produttori hanno fatto leva per i propri profitti, è che il mercato alimentare è ormai dominato da gusti forti, a causa della presenza di alcuni potenziatori del sapore sulla maggior parte degli alimenti, quale ad esempio il glutammato, utilizzato soprattutto nei ristoranti.

Si tratta di un additivo che non presenta alcun rischio per la salute, ma che sovrastiamola i neuroni in modo artificiale ed è per questo che siamo sempre alla ricerca di gusti forti e saporiti. Dunque, l’ideale sarebbe ridurre il consumo dei pasti fuori casa a favore dell’assunzione di cibo all’interno delle mura domestiche, dato che è sicuramente più controllato.

Inoltre, per ridurre la quantità di sale aggiunta dopo la cottura, può essere utile sostituire il sodio con miscele di spezie o erbe, che sono allo stesso modo in grado di insaporire i cibi, ma garantendo un maggiore benessere. Allo stesso tempo, può essere utile ridurre l’assunzione degli alimenti trasformati ed evitare del tutto quelli ultra trasformati, dato che sono i più ricchi di sale.

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