Fumare: quanto fa male e soprattutto perchè, i retroscena che in pochi conoscono

In molti sono a conoscenza che il fumo delle sigarette fa male e, a grandi linee, quali danni provoca al nostro benessere fisico, ma si stima che ci siano 11,6 milioni di tabagisti in Italia ovvero il 22% della popolazione

perchè il fumo è nocivo per il benessere
donna che fuma (foto canva) -Inran.it

Per capire fino in fondo quanto il fumo di sigaretta faccia male basta dare un’occhiata ad alcuni dati; una sigaretta contiene fino a circa 500 sostanze dannose per l’organismo umano e, questo inevitabilmente si ripercuote sull’organismo. Queste sostanze nello specifico vengono assorbite dal corpo e non intaccano solamente il sistema respiratorio e cardiovascolare ma, in generale influenzano l’intera struttura dell’organismo umano.

La quantità dei danni dipende ovviamente da quanto questa azione venga ripetuta nel tempo e dalla predisposizione ad alcune patologie; in ordine sparso sono oramai noti  quelli all’apparato respiratorio e circolatorio, ma anche il rischio di sviluppare tumori non solo alle vie respiratorie, anche pancreas e reni sono a rischio. Inoltre il costante contatto con il fumo diminuisce la fertilità sia nell’uomo che nella donna, peggiora l’osteoporosi, invecchia precocemente la pelle e rovina i denti. Le problematiche più tangibili e che si manifestano prima sono quelle alla struttura che si occupa della respirazione. Enfisemi polmonari, bronchiti frequenti e croniche sono patologie ben conosciute dai fumatori di vecchia data.

Cosa succede all’organismo quando si smette di fumare

perchè fumare molto è nocivo

donna che fuma (foto canva) -Inran.it

Ma una delle problematiche troppo spesso sottovalutate è quella della riduzione della capacità polmonare; il continuo passaggio del fumo, diretto verso i polmoni, fa infiammare i bronchi, nello specifico quei “tubicini” che fanno da tramite tra polmoni e vie respiratori.

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Questo, ripetuto nel tempo, genera una costante minore ossigenazione di tutte le cellule del corpo comprese quelle del cervello. Da qui infatti deriva la stanchezza cronica anche dopo un minimo sforzo e, viene parzialmente intaccata la capacità dei tessuti di rigenerarsi.

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Appare chiaro quindi come, quantomeno ridurre l’esposizione dell’organismo al fumo è, non solo consigliato ma necessario. Difatti smettere di fumare è possibile. Per farci un idea vediamo una panoramica di ciò che succede al corpo nel momento in cui smettiamo di fumare.

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Dopo appena 24 ore senza fumare inizia il processo di regolarizzazione naturale del battito cardiaco e subito dopo qualche giorno, la pressione arteriosa si abbassa. Tutti coloro che hanno smesso di fumare hanno costatato come il gusto e l’olfatto siano sensibilmente migliorati, la tosse gradualmente svanisca e la pelle, che non deve più smaltire dannose tossine, diventi più tonica ed elastica.

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