Come la nostra impostazione culturale influenzi l’importanza che diamo al denaro è oramai assodato. Vediamo come risolvere comportamenti e convinzioni in relazione ai soldi.
La situazione economica a livello globale non è certamente la più florida di tutti i tempi e, le difficoltà finanziarie oggettive, purtroppo, sono sempre più frequenti nelle famiglie in questo tempo di crisi. Esiste però un approccio o impostazione mentale che guida il nostro rapporto con il denaro. A testimonianza di ciò possiamo vedere di frequente come alcune persone che hanno disponibilità economiche modeste riescono a vivere in armonia e serenità e al contrario, chi magari possiede numerosi patrimoni ha la sensazione che i soldi non bastino mai. La differenze tra le due situazioni sta nelle dinamiche psicologiche, ma soprattutto emotive, che il denaro attiva in alcune persone, piuttosto che in altre.
Appare abbastanza chiaro come coloro che provengono da famiglie attente, per necessita, alle spese mensili abbiano sviluppato un’impostazione e un concetto di denaro differente da chi nell’infanzia poteva permettersi di spendere illimitatamente o quasi. Il rischio in questi casi è di ripetere lo schema mentale e di comportamento per il resto della vita pensando, come una sorta di convinzione che vanifica tutte le altre, che faccia parte del nostro carattere e identificando questa concezione o comportamento con il nostro essere o la nostra identità. La volontà di risparmio eccessivo o al contrario lo scialacquare il denaro insensatamente, ma anche le possibilità che stanno nel mezzo, non per forza sono le modalità giuste o corrette che non sono state dettate da errori. Non si è costretti a replicare gli errori che hanno commesso i nostri genitori nel gestire i risparmi. Magari ad esempio hanno avuto problemi di soldi per incapacità di organizzare un budget familiare oppure, per essersi affidati a consulenti finanziari inadatti. Queste come molte altre possibili ipotesi vanno comprese cercando di “spezzare la catena” delle convinzioni, che portano a comportamenti ripetitivi e uguali, facendo l’inverso o qualcosa di diverso.
L’essere consapevoli e la capacità di ribaltare il punto di vista
C’è da dire che oltre ai modelli appresi nell’infanzia, bisogna aggiungere quelli dell’epoca odierna, che ci da la possibilità di soddisfare qualunque necessità. Ci spinge a desiderare sempre qualcosa in più perché quello che abbiamo presto non sarà più sufficiente e dovremo andare oltre, rischiando di farci rimanere in un circuito dove ci sentiremo inadeguati poiché, nonostante avremo soddisfatto molti bisogni non ci sentiremo mai appagati pienamente. Una sorta di perfezionismo irraggiungibile.
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Questa mentalità può essere trasferita al rapporto con i soldi, dove magari potremmo sentire di non averne mai abbastanza, pensando che dovremmo guadagnarne sempre di più.
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Un’idea in tal senso potrebbe essere quella di cambiare la prospettiva. Spostando l’attenzione ,e quindi la priorità, non su ciò che manca ma sulla bellezza delle cose che abbiamo a livello personale, di relazioni e di valore personale, focalizzato sulla crescita come persona ancor prima che economica.
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Guardando tutta la faccenda da un’altra angolazione si potrà ribaltare la sensazione di non aver mai abbastanza soldi, focalizzandosi sull’abbondanza e non sulla scarsità di un bene materiale. Entrare in un circuito di pensieri improntati sempre sulla mancanza, ci farà sperimentare solo quelle dinamiche che hanno a che fare con la scarsità o deficit di qualcosa, portandoci a rincorrere qualcosa che non potremo mai appagare fino in fondo.
