Uno strano ritrovamento in Giappone si rivela un indizio per la teoria sulla vita extraterrestre?

Due testimonianze che fanno sognare e che vanno contro le evidenze scientifiche sulla impossibilità di incontrare vita extraterrestre intelligente.

Raffigurazione artistica di un pianeta alieno
Raffigurazione artistica di un pianeta alieno (Canva – inran.it)

Vita extraterrestre, se ne parla sin da quando i mass media hanno cominciato a svilupparsi. E di notizie di avvistamenti di oggetti sconosciuti ne arrivano a migliaia ogni anno. Si parla anche di avvistamenti avvenuti in altre epoche storiche e che gli uomini di quei tempi avevano interpretato come delle dirette manifestazioni da parte delle loro divinità.

Il discorso è meno semplice di quanto si possa interessare. Ovviamente è facile speculare su tutto quello che le teorie sulla vita extraterrestre può comportare. Così come è facile scivolare nelle suggestioni, nel sensazionalismo e nelle bufale. Cerchiamo di restare sempre nell’ambito della scienza e del concreto.

E diciamo sin da subito che incontrare degli alieni sarà impossibile, oggi, domani e per sempre. E questo perché le distanze su scala cosmica sono enormi, inimmaginabili per la maggior parte di noi. È vero che l’universo è popolato da miliardi e miliardi di galassie, e che ognuna di esse possieda a sua volta miliardi di stelle.

Vita extraterrestre, perché un incontro con gli alieni è impossibile

Una raffigurazione della classica accezione di alieno
Una raffigurazione della classica accezione di alieno (Canva – inran.it)

La media calcolata in base ad algoritmi e calcoli matematici rigorosissimi parlando di circa 150-200 miliardi di stelle per ogni galassia. Con almeno il quadruplo se non di più di pianeti che orbitano intorno alle stesse. Di sistemi planetari ne abbiamo osservati, all’interno della nostra galassia, la Via Lattea.

E questi numeri vanno a sostegno della idea che, in questi miliardi e miliardi e miliardi e miliardi di pianeti, debba esistere più di una specie aliena avanzata. Che magari si starà ponendo le nostre stesse domande, ovvero: “Ci sono altre specie intelligenti nello spazio?”. Diamo per scontato che la risposta sia si. C’è un solo, enorme problema che impedisce a noi ed a loro di incontrarci.

Ed è dato dalle distanze, per l’appunto. La stella più vicina al nostro Sistema Solare è Proxima Centauri. Anche viaggiando alla velocità della luce (ovvero circa 300mila km al secondo, che è la massima concepibile nel nostro spaziotempo) ci vorrebbero migliaia di anni per arrivare a destinazione. Parliamo di 4 anni luce circa, ovvero la misura standard utilizzata in astronomia. E parliamo poi di una meta interna alla nostra Via Lattea.

La velocità della luce purtroppo non è sufficiente

Se poi dobbiamo allontanarci e pensare di raggiungere altre galassie, come ad esempio quella più vicina a noi, Andromeda, allora ecco che di anni cominceranno a volercene milioni. Andromeda è distante 2 milioni di anni luce. Ciò vuol dire che, sempre viaggiano alla velocità della luce, non riusciremo a finire il nostro viaggio se non tra due milioni di anni.

Per quanto la velocità della luce sia incommensurabilmente veloce, anche a questa andatura saremmo troppo, troppo lenti.

E per questo bisogna dare per scontato che sarà impossibile incontrare delle civiltà extraterrestri. Eppure c’è chi non la pensa così, specialmente in Giappone.

Due testimonianze che alimentano sogni e suggestioni

La scultura chiamata Masuda-no-iwafune
La scultura chiamata Masuda-no-iwafune (Wikipedia – inran.it)

Da quelle parti è stato individuato un oggetto non identificato. La scoperta risale a più di due secoli fa, con dei pescatori che trovarono qualcosa di grosso e di forma circolare nel 1803, sull’isola nipponica di Hitachi. Le dimensioni erano di sei metri di larghezza e di quattro metri di altezza. Era fatta in metallo ed aveva delle finestre di vetro.

Al suo interno c’era pure una occupante, una ragazza di giovane età, con un abbigliamento ed un look sconosciuti per quei tempi e quei luoghi. E con una scatola di forma quadrata tra le mani. Questa “extraterrestre” sembra parlasse una lingua sconosciuta. Questo quadro decisamente fantasy deriva dai racconti sorti da quelle parti.

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Non è l’unica storia però. Sempre in Giappone c’è anche una scultura in pietra dal peso di 800 tonnellate, chiamata Masuda-no-iwafune (la “nave di roccia di Masuda”). Si pensa che possa essere un qualcosa costruito per raffigurare proprio una nave aliena. Probabilmente la storia alle spalle di queste due vicende potrebbe essere basata non solo su suggestioni e fantasie, ma noi non lo sapremo mai.

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