La ruota degli esposti, centinaia di migliaia di bimbi sono stati lasciati lì

Che cos’è la ruota degli esposti, come funzionava e per quanto tempo è rimasta in vigore. E quali sono le soluzioni odierne per chi sceglie di non tenere un neonato.

La ruota degli esposti era uno strumento diffuso per secoli e che serviva per affidare ad ospedali od edifici religiosi i figli indesiderati o che non potevano essere mantenuti. C’è una storia ultrasecolare riguardo a questo strumento, che era sorto all’ospedale dei Canonici di Marsiglia nel 1188. Quella rappresenta la sua prima comparsa documentata nella storia, nel Basso Medioevo. In Italia la ruota degli esposti sarebbe giunta dieci anni dopo per opera di Papa Innocenzo III.

Perché si chiama ruota degli esposti e come nasce
Una bimba appena nata (Foto Canva – Inran.it)

Il pontefice pare sognasse spesso cadaveri di infanti ripescati dal Tevere e così scelse di adottare la soluzione rappresentata dalla ruota degli esposti anche in Italia, facendone realizzare una all’ospedale di Santo Spirito in Sassia. Ma la consuetudine di abbandonare i figli che non si volevano era vecchia di millenni e risulta documentata anche presso diverse popolazioni antiche, Greci e Romani inclusi. E c’è un insulto noto ancora oggi che trae origine proprio da qui.

Ruota degli esposti, è da lì che è nato un celebre insulto

Perché si chiama ruota degli esposti e come nasce
La ruota degli esposti a Santo Spirito in Saxia a Roma (Foto Wikipedia – Inran.it)

Deriva dalla dicitura “Filius Matris Ignotae” affibbiata ai trovatelli e che veniva abbreviata in “Filius M.ignotae”. Cosa che lascia intuire tutto quanto. La ruota degli esposti si trovava anche in altri Paesi europei come la Spagna, mentre non era presente in Inghilterra. Dove le cose andavano a finire sempre più drammaticamente, con tanti infanti trovati cadaveri lungo il fiume Tamigi, nella sempre affollatissima Londra. Il funzionamento della ruota degli esposti è molto semplice ed intuibile dal suo meccanismo.

C’era un alloggio che si affacciava sulla strada e che veniva fatto ruotare all’interno dell’edificio preposto tramite una apposita leva. Questo consentiva a chi stava all’interno di potere subito raccogliere il bimbo o la bimba, anche perché ad ogni azione suonava una campanella di avviso. Ed accanto ai bambini venivano poi riposti spesso degli oggetti di tutti i tipi e che puntavano ad essere il più originali possibili. Così a distanza di anni ci sarebbe stato modo per i genitori di potere ricongiungersi con i loro figli affidati ad altri appena nati.

Chi sono i bambini esposti: così sono sorti anche alcuni cognomi

Perché si chiama ruota degli esposti e come nasce
La Ruota degli Innocenti a Firenze (Foto Wikipedia – Inran.it)

Ci sono storie in cui il ricongiungimento è effettivamente avvenuto, ma si tratta di sparuti episodi, molto rari. La verità è che i bimbi purtroppo morivano molto spesso a neanche un anno. La mortalità infantile era molto diffusa, a causa della febbre, della tubercolosi e di altre patologie che uccidevano molto di più rispetto ad oggi. Le cose sono andate in questo modo fino a tutto il 1800 e per il primo quarto del 1900, almeno per quanto riguarda l’Italia. Poi il regime fascista scelse di abolire questo sistema.

Sono centinaia di migliaia i bambini abbandonati nella ruota degli esposti di varie città europee. E dalle quali si sono diffusi cognomi come Incerti, Di Dio, Esposito (Da “esposto”) e simili, alquanto fantasiosi ed altrettanto esemplificativi. Nell’antichità la ruota non esisteva ed i bambini venivano abbandonati, venduti o addirittura uccisi in base alla civiltà di riferimento. Dopo il Rinascimento invece finivano con l’essere cresciuti in ospedali ed istituti preposti per poi essere affidati a delle balie esterne, che potevano finire con l’adottarli. Ma tanti altri non sopravvivevano.

Oggi c’è l’anonimato garantito per le mamme che lasciano i figli in ospedale

Perché si chiama ruota degli esposti e come nasce
Una ruota moderna in Germania (Foto Wikipedia – Inran.it)

C’erano anche delle differenze significative tra le famiglie di città e quelle di campagna. Infatti le donne che affidavano alla ruota i figli che non volevano o che non potevano mantenere diventavano subito fertili, visto che non dovevano allattare. E così si ritrovavano con altri figli. Non a caso la media di natalità nelle città era di ben 12 figli a famiglia se non di più. Mentre in campagna erano la metà. Dando inizio ad un circolo vizioso senza fine.

Ed oggi? L’ideologia e lo scopo rivestiti dalla ruota sopravvivono ancora adesso. Nonostante il drammatico calo demografico che da anni ha colpito l’Italia, c’è la possibilità per le madri che hanno appena partorito di potere lasciare i propri figlioletti neonati in ospedale. Anche se ci sono ancora episodi di piccini di appena qualche giorno di vita che vengono lasciati nella spazzatura. La legge però tutela le mamme che non vogliono o non possono tenere i loro bimbi, garantendo loro totale anonimato. In alcuni Paesi poi la ruota esiste ancora, per esempio in Germania.

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