Context Switching, di cosa si tratta. Scopri se ne soffri anche tu

In tanti la chiamano “sindrome dell’incompiuta”, ma il termine inglese è Context Switching, un problema che hanno tantissime persone.

Ragazzi studiano al pc ma sono distratti dal telefonino (Canva) – Inran.it

Una recente ricerca ha approfondito il concetto di Context Switching, non proprio una patologia, ma che comunque causa notevoli disagi e incide fortemente sulla qualità della vita. In tanti la definiscono come “sindrome dell’incompiuta”, ma non si tratta di una sindrome, piuttosto è una problematica riguardante la produttività. In realtà, l’attenzione nei confronti di questo disturbo è nata solo da pochi anni, e riguarda la continua concentrazione interrotta, dunque l’incapacità di concentrarsi per un determinato lasso di tempo e lasciare tutto incompiuto.

Tale disagio ha subito un notevole incremento negli ultimi anni, complici i social network, gli smartphone e la tecnologia moderna, tutti fattori che hanno contribuito, prima di tutto, a creare una dipendenza tecnologia mai esistita prima, e poi un calo dell’attenzione davvero spaventoso, sia nei bambini che nelle persone adulte. Ovviamente, tutto ciò comporta impressionanti effetti negativi sul nostro cervello. La scienza parla di frammentazione di energia, che cosa significa?

Frammentazione di energia: cosa significa Context Switching e quale problema comporta in termini di produttività

Gente telefona durante la visione di un filma l cinema (Canva) – Inran.it

Lo dice la parola stessa, “commutazione di contesto”, ossia il passaggio da un tema all’altro, senza dovuti approfondimenti. Il cervello, non focalizzandosi più su un unico contesto, perché perde di attenzione, frammenta le sue energie su più contesti. Tradotto nella realtà: si sta guardando un film ma si viene distratti da un messaggio Messanger, si distoglie lo sguardo dallo schermo e dal film per leggere il messaggio. Dunque, il messaggio contiene un link con un indirizzo, e allora si clicca sul link per controllare l’indirizzo.

A questo punto, arriva la telefonata del proprio partner, e così si inizia a parlare, per poi riattaccare e guardare un post Facebook perché, casualmente, in un momento di distrazione al telefono, si è aperto il social. Insomma, è tutto un susseguirsi di processi e di azioni che non fanno altro che accorciare il nostro tempo di attenzione. Come afferma l’American Psychological Association, ormai non si riesce a stare concentrati per più di mezz’ora.

Dipendenza digitale e calo della produttività

Uomo stira e telefona nello stesso tempo (Canva) – Inran.it

Tuttavia, questo processo, molto simile all’installazione di programmi al computer, lascia sbalorditi gli scienziati. Il nostro cervello è una macchina talmente elaborata e complessa da poter compiere più azioni nello stesso momento. Si tratta di una capacità cognitiva notevole, che oggi definiremmo multitasking, quindi un pregio, ma che in realtà comporta tanti effetti negativi. Il continuo cambio di contesti, infatti, distrae e fa perdere tempo, comportando maggiori errori e cali nella produttività.

Ciò si riflette sul lavoro e anche sullo studio. Oggi siamo bombardati dagli stimoli, ma il nostro cervello non riesce a farli propri, ad analizzarli nel concreto, lasciandoli continuamente interrotti, quindi senza concludere nulla. TikTok, affermano gli esperti, è l’emblema stesso di questa fugacità: video brevi di pochi secondi, canzoncine tormentoni che si piazzano subito in mente e tematiche poco approfondite.

Ovviamente, occorre insistere nel recupero delle “vecchie facoltà”, bisogna metterci buona volontà, applicarsi in una sola attività, concentrandosi, magari depurandosi dallo smartphone, come sta andando di moda attraverso il fenomeno del detox digitale. Insomma, basta poco: ad esempio, se si sta guardando un film, meglio disattivare il telefonino, per un paio di ore non muore nessuno, se non si controllano le notifiche.

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