Linguaggio del corpo: come sfruttarlo per calmare tuo figlio in lacrime

Hai mai pensato a quanto può essere importante e utile il linguaggio del corpo? Ecco come sfruttarle per calmare le lacrime di nostro figlio

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Dialogo (Foto Canva) – inran.it

Quante volte vi è capitato di trovarvi davanti a un cosiddetto capriccio dei vostri bambini e non sapere come reagire? Lo sappiamo bene, lo stress a cui ogni giorno siamo sottoposti è tanto: il lavoro, gli impegni quotidiani, le responsabilità e il tentativo disperato a volte di portare la propria famiglia avanti senza incontrare intoppi. Ovviamente, far sì che vada sempre tutto per il verso giusto è semplicemente impossibile.

E, soprattutto quando abbiamo a che fare con i più piccini, il rischio di lasciarci prendere anche noi dalle emozioni o da aspettarci più maturità di quanto è in realtà consona da parte loro è tanto. Proprio per questo motivo, siamo qui per consigliarvi un modo e alcuni passaggi per mettere in atto il cosiddetto linguaggio del corpo.

Figlio, come calmarlo con il linguaggio del corpo

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Bambino che piange (Foto Canva) – inran.it

La prima gestualità che potremmo mettere in atto, proprio per riuscire a calmare nostro figlio in un momento di agitazione o di pianto, potrebbe essere quello di abbassarci alla sua altezza. Sederci magari per terra insieme a lui e, soprattutto, guardarlo dritto negli occhi. Il significato di questa nostra azione è infatti molto chiaro e anche il suo messaggio: si sta, in poche parole, cercando di dire che non siamo lì per giudicare o per sentirci superiori a lui e alle sue emozioni.

Un secondo comportamento che potremmo assumere molto importante nella lettura del linguaggio del corpo è quello di allungare una mano proprio per permettere al bambino di avvicinarsi a noi. In questo caso, infatti, sebbene senza usare le parole e senza invadere la sua volontà, si sta cercando di far capire al bambino che noi siamo proprio lì e lo aspettiamo. Potrebbe però capire che lui non sia ancora pronto ad aprirsi a noi: in questo caso, dunque, il consiglio è quello di non avere fretta. Ma anzi di aspettare che sia pronto senza affrettare la situazione, facendogli dunque capire che non andiamo da nessuna parte.

Ma arriviamo alle ultime due azioni che, sempre tramite il linguaggio del corpo, possiamo mettere in atto. Innanzitutto possiamo provare, nel momento in cui lui si sente pronto a fare un passo verso di noi, ad abbracciarlo con calma e accarezzarlo senza apparire irruenti. In questo modo gli faremo capire il nostro affetto ma anche la comprensione che abbiamo verso le sue emozioni di quel momento. Per finire, potremmo concludere il tutto con un gran sorriso: in questo modo gli indirizzeremo un messaggio ben chiaro. Ovvero che tutto è risolvibile e si può lasciare alle spalle, trovando per l’appunto una soluzione insieme. 

Madre e figlio, un rapporto in continua evoluzione

Quelli che vi abbiamo appena elencato sono dei semplici passaggi che non sempre riusciamo a mettere in atto, perché magari anche noi stessi siamo sopraffatti dalle emozioni o da un evento che abbiamo l’impressione starci investendo in pieno. O, ancora, perché molto spesso siamo troppo concentrati su quello che può essere l’utilizzo della parola e della sua forza di comunicazione, per scoprire invece l’impatto e l’ausilio che può rappresentare il linguaggio non verbale.

Nello specifico, proprio il linguaggio non verbale può rappresentare la chiave d’accesso e soprattutto vincente nel nostro relazionarci con i più piccoli. A differenza degli adulti, infatti, le loro reazioni ma anche emozioni sono molto più nude e crude, perchè i bambini non sono abituati a imporsi dei filtri come magari facciamo noi dopo tanti anni. Provare a trovare un punto di incontro è dunque indispensabile ma non per questo facile. Il rapporto tra una madre e un figlio, d’altronde, è come una macchina in continua evoluzione in cui i nostri bambini imparano giorno dopo giorno, ma anche noi ci troviamo ad apprendere sempre nuove cose. 

 

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