Perché gli uomini piangono meno delle donne?

Scoperto il motivo per cui gli uomini piangono meno rispetto alle donne: la cultura c’entra molto e le ragioni sono molte.

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Come mai gli uomini tendono a piangere di meno? – Inran.it

Siamo esseri umani e questo significa avere dei sentimenti, poi c’è chi li esprime di più e chi di meno. Nella società di oggi, molti uomini non si lasciano andare ai propri sentimenti, reprimendoli e quindi trattenendo anche il pianto. Il concetto che un uomo che piange sia considerato “meno uomo” è radicato in costruzioni culturali sviluppatesi non più tardi dell’Ottocento. In passato, piangere era visto come espressione di nobiltà d’animo, persino di eroismo. Uno studio olandese ha evidenziato differenze di genere nel pianto, attribuendole anche a motivi biologici come la presenza di prolattina nelle donne.

Come mai gli uomini piangono di meno?

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Uomo che piange – Inran.it

Questa percezione che l’uomo non debba piangere, pena la perdita della sua virilità, è un pregiudizio culturale terribile che condanna dell’espressione del dolore tramite le lacrime, fattore considerato per la maggiore come appannaggio della femminilità. Gli uomini spesso faticano a riconoscere ed esprimere le proprie emozioni, specialmente quelle negative come la tristezza. Questo blocco emotivo è attribuito a insegnamenti culturali fin dall’infanzia, dove piangere è spesso considerato “sbagliato” o accettabile solo in situazioni importanti.

La mancanza di espressione emotiva attraverso le lacrime può influire negativamente sulle relazioni. Anche se gli uomini possono piangere di fronte a situazioni dolorose, tendono a concedersi questo lusso meno frequentemente nelle relazioni quotidiane. Invece, molti uomini manifestano il dolore attraverso il silenzio, la distrazione, il lavoro e altre attività pratiche.

Contrariamente a questo stereotipo contemporaneo, in passato ci sono stati periodi e culture in cui gli uomini che piangevano non erano condannati. Eroi omerici come Patroclo e Achille spesso versavano lacrime, considerate quasi una caratteristica eroica. Nel Settecento francese, emerse il modello dell’uomo sensibile, capace di esprimere emozioni senza pudore, indicato come parte di un’umanità superiore.

Attualmente, la società è chiamata a sfidare questo stereotipo tossico e promuovere un modo sano e fisiologico di esprimere il dolore. Riconoscere e accettare le lacrime emotive come parte della nostra umanità può contribuire a una forza interiore e a relazioni più solide. In una società in cui l’etichettatura può essere influenzata da una lacrima, chiunque riesca a piangere in pubblico potrebbe essere visto come un eroe nel suo piccolo.

Aurora De Santis

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