La pasta è davvero sicura? Alcuni test svelano le marche e le tipologie più contaminate da pesticidi e micotossine.
La pasta è uno degli alimenti maggiormente consumati in Italia, ma è davvero così sicura? Spesso, la mancanza di indicazioni precise circa la provenienza del grano con il quale viene realizzata comporta diversi dubbi. Alcuni ricercatori, a questo proposito, hanno effettuato dei test su diversi marchi e tipologie di pasta, al fine di individuare l’eventuale presenza di pesticidi e micotossine.

Negli anni recenti, le analisi condotte da enti e riviste specializzate hanno evidenziato che la contaminazione da glifosato, oli minerali e altre sostanze chimiche nei prodotti da forno e nelle paste non è scomparsa. La situazione appare più complessa di quanto si pensasse.
Pasta e contaminazione del grano: allerta pesticidi
Se già nel 2022 diverse marche risultavano contaminate pur rientrando nei limiti di legge, nuovi test condotti tra il 2023 e il 2025 mostrano che solo una marca di pasta industriale, Barilla, è risultata completamente priva di residui di pesticidi, incluso il glifosato. Questo dato è emerso in un’indagine comparativa svolta dalla rivista svizzera K-Tipp, che ha analizzato 18 marchi di pasta diffusi in Europa, inclusa l’Italia.

Tutti gli altri marchi, anche noti e molto venduti, presentavano tracce della sostanza: i livelli riscontrati restano entro i limiti legali, ma la presenza costante di queste sostanze in prodotti alimentari così basilari continua a sollevare interrogativi sul reale livello di sicurezza alimentare, soprattutto considerando che si tratta di alimenti di primissima necessità.
Ulteriori analisi condotte sulle farine da cui si ricava la pasta hanno mostrato che anche i prodotti più comuni, come quelli venduti da Esselunga, Eurospin, Caputo e Pam, contengono residui di glifosato. La questione non riguarda solo la contaminazione da pesticidi, ma tocca anche aspetti legati all’etichettatura e alla trasparenza.
Il grande rebus della sicurezza alimentare nella pasta che consumiamo tutti i giorni
Quest’anno, Carrefour ha richiamato 25 formati di pasta a proprio marchio per la mancanza dell’indicazione “può contenere tracce di senape“, una possibile allergene, pur trattandosi di un errore formale e non di una contaminazione da sostanze chimiche. Alla luce di questi aggiornamenti, emerge una realtà più sfaccettata rispetto a quanto si pensasse in passato.

Se nei test precedenti la presenza di glifosato in marchi come Barilla, Buitoni, Combino (Lidl), Divella, Garofalo, Esselunga, Eurospin, Rummo e Agnesi aveva destato preoccupazione, oggi Barilla si distingue come unica eccezione tra i prodotti non biologici completamente privi di pesticidi. Anche le penne rigate e i fusilli continuano a rivelare contaminazioni simili.
Il consiglio degli esperti resta quello di preferire, ove possibile, prodotti da agricoltura biologica, pur consapevoli che anche in questi casi la contaminazione ambientale rende sempre più raro trovare cibi davvero privi di ogni traccia di sostanze chimiche. In un mercato così complesso, la trasparenza delle etichette e l’origine delle materie prime diventano criteri fondamentali per compiere scelte più consapevoli.