In Italia, 1,2 milioni di persone sono affette da demenza, di queste almeno la metà soffrono di Alzheimer: chi lavora in questo settore ha un rischio minore di malattia.
In Italia, circa 1,2 milioni di persone sono affette da demenza. Tra i disturbi cognitivi, il 50% è relativo all’Alzheimer, ossia il progressivo degrado cognitivo. Se oggi ci sono quasi 60 milioni di soggetti che soffrono di Alzheimer in tutto il mondo, le stime non sono incoraggianti, visto che nei prossimi anni assisteremo a un aumento netto della malattia.

Nel 2050 potremmo avere oltre 100 milioni di malati, se non 130 milioni. Le motivazioni sono legate all’aumento dell’età media, con la popolazione sempre più anziana e quindi più soggetta alle malattie mentali, ma anche all’inquinamento ambientale, alle diete scorrette e alla perdita di concentrazione per via della dipendenza digitale, un fenomeno che sta causando gravissimi problemi di salute.
Alzheimer in aumento tra la popolazione, ma chi fa questo mestiere è a minore rischio
Uno studio scientifico, svolto alla prestigiosa università di Harvard e pubblicato sulla rivista Bmj, ha portato interessanti risultati, scoprendo che ci sono mestieri che aiutano a ridurre il rischio di malattie mentali, tra cui quelle legate alla demenza senile e all’Alzheimer. Secondo i test svolti dai ricercatori statunitensi, essere concentrati al volante, memorizzando i percorsi e restando vigili, rafforzerebbe la memoria.
Dunque, ci sono mestieri che ridurrebbero il rischio di demenza, e questi sono il tassista, l’autista e il camionista. In particolare, i tassisti avrebbero una memoria più sviluppata, tanto da allenarla quotidianamente, girando per la città. Memorizzare vie, strade, piazze, riconoscere monumenti e palazzi storici, sapersi spostare in ogni angolo della zona urbana, rafforzerebbe la memoria, contrastando l’insorgenza delle malattie mentali.

I ricercatori hanno esaminato i database delle persone malate di Alzheimer e spulciato circa 9 milioni di documenti, in particolare certificati di morte e cartelle cliniche, di uomini affetti da malattie mentali e deceduti negli ultimi cinque anni negli Stati Uniti. Hanno scoperto che, tra le professioni meno soggette a degrado cognitivo, ci sono quelle relative alla guida, quindi tassisti, camionisti, autisti di ambulanza, di bus e tram.
Guidare aiuta a rafforzare la memoria e a contrastare i sintomi di degrado cognitivo
Guidare ambulanze, bus, taxi, tram, ma anche pilotare aerei e navi, riduce il rischio di ammalarsi di Alzheimer. Tuttavia, quello del tassista è il lavoro che riduce drasticamente la possibilità di ammalarsi, assestandosi su un’incidenza media di 1,69% dei decessi, un vero record. Una media così bassa è dovuta allo sfruttamento dell’ippocampo, l’area del cervello che permette di orientarsi nel tempo e nello spazio, rafforzando quindi la memoria.

Allenando ogni giorno l’ippocampo, si allena il cervello, svolgendo una vera e propria ginnastica cognitiva. Il cervello dei tassisti quindi si mantiene in forma nel tempo, rispetto a chi svolge altri tipi di lavoro. Guidare un taxi equivale a svolgere parole crociate, supportando dunque la memoria e le funzioni cognitive.