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Acido ortofosforico, un potenziale pericolo per il corpo e i denti

Argomenti trattati mostra 1 Biologia 2 Esperimento sui denti Con il termine acido fosforico si vuole intendere generalmente l’acido ortofosforico, ed il prefisso “orto”, viene utilizzato in maniera tale da poterlo distinguere da altri acidi fosforici o polifosforici. L’acido ortofosforico è un acido inorganico triprotico di forza media, non tossico ma corrosivo, ed una volta […]

Aggiornato: 1 Novembre, 2019 - Pubblicato: 19 Novembre, 2016

Argomenti trattati mostra
1 Biologia
2 Esperimento sui denti

Con il termine acido fosforico si vuole intendere generalmente l’acido ortofosforico, ed il prefisso “orto”, viene utilizzato in maniera tale da poterlo distinguere da altri acidi fosforici o polifosforici.

L’acido ortofosforico è un acido inorganico triprotico di forza media, non tossico ma corrosivo, ed una volta puro a temperatura ambiente, si presenta solido, in grado di fondere a 42 gradi circa, diventando in questa maniera un liquido incolore e dalla consistenza viscosa. La molecola che costituisce l’acido fosforico è molto polare e per questo tale acido è altamente solubile in acqua. Lo stato di ossidazione del fosforo (P) è +5 ovvero come negli altri acidi fosforici, mentre lo stato di ossidazione dell’ossigeno è -2 e quello degli atomi di idrogeno è + 1.

Biologia

Acido ortofosforico biologia

L’acido ortofosforico viene utilizzato in molte bevande, e grazie a studi epidemiologici, è stato collegato alla diminuzione della densità ossea. Tramite una ricerca effettuata ai raggi X, a dispetto delle solite teorie sulle fratture ossee, è stato possibile evidenziare importanti riscontri con la teoria sopra descritta, che venne pubblicato dall’American Journal of Clinical Nutrition. Lo studio ebbe inizio nel 1996 e terminò nel 2001, e vennero analizzati 1672 donne e 1148 uomini. Grazie alla ricerca, vennero collezionate numerose informazioni riguardanti le diete, utilizzando anche un questionario dove si indicava il quantitativo di Coca Cola consumata, differenziando le classi tra il prodotto classico, quello light e quello decaffeinato. Lo studio suggeriva inoltre, ulteriori ricerche in gradi di confermare i risultati ottenuti, che hanno dimostrato riscontri significativi sulle donne che consumavano abitualmente Coca Cola.

Un altro studio venne eseguito dalla Pepsi, che visualizzò una correlazione tra una insufficienza di fosforo nel corpo, con la diminuzione della densità ossea. Tale studio però non ha analizzato gli effetti dell’acido ortofosforico che nel tratto digestivo si lega con il magnesio ed il calcio, creando in questa maniera sali non assimilabili dal corpo umano, ma dall’apporto di fosforo. Tuttavia uno studio clinico, ha visualizzato utilizzando il metodo del bilancio del calcio, che non vi era nessun impatto sulla escrezione del calcio causata da bevande gassate che conteneva all’interno l’acido ortofosforico. Questo studio ha comparato l’impatto di acqua, latte ed altre bevande bilanciando il calcio, su soggetti femminili di età compresa tra i 20 ed i 40 anni, che consumavano abitualmente circa 3 bicchieri delle bevande sopra elencate.

I risultati furono che solo attraverso il consumo di latte e di bevande con caffeina, avevano un impatto sul calcio trovate nelle urine, con la perdita di tale sostanza relativa al consumo di queste bevande, che era più o meno uguale a quello che era stato evidenziato solo con il consumo di caffè. In conclusione è stato possibile affermare che, l’effetto delle bevande gassate incluse quelle che internamente contengono caffeina ed acido ortofosforico, hanno un impatto di calcio molto trascurabile, e che gli effetti sulle scheletro umano erano dati prevalentemente dalla mancanza del latte. Il consumo di Coca Cola venne associato anche alla comparsa di malattie renali croniche e calcoli ai reni.

Esperimento sui denti

Esperimento sui denti

L’acido impiegato per questo esperimento scientifico è l’85% di acido ortofosforico puro, ovvero lo stesso che viene introdotto nelle bevande analcoliche e nelle bibite gassate. I denti utilizzati sono stati rimossi da un cinghiale trovato morto, ed erano completamente intatti ed in ottimo stato di salute e sono molto simili in termini di struttura e di fisiologia ai denti umani. La loro caratteristica di durezza e durata nel tempo, sono nettamente superiori alla maggior parte dei denti moderni, perché la loro alimentazione è migliore rispetto a quella umana, che invece consuma abitualmente cibi poveri di sostanze, oppure troppo elaborati o carichi di sostanze chimiche tossiche. I denti in questo esperimento sono stati immersi in una soluzione di acido ortofosforico per 12 ore, e tale concentrazione era molto più elevata rispetto a quella che si trova nelle bevande, per questo gli effetti che si sono riscontrati, hanno subito un’accelerazione. Una volta terminato l’esperimento, è stato possibile visualizzare come l’acido ortofosforico, nell’arco delle 12 ore, ha corroso i denti del cinghiale creando delle vere e proprie rotture della struttura.

Naturalmente nelle bibite gassate la concentrazione minore non porta ad una corrosione tale da distruggere i denti nell’arco di poco tempo, ma l’abuso di queste bevande è più che sconsigliato da tutti i medici, e non soltanto per il contenuto di acido ortofosforico. Si consiglia sempre di eliminare, o limitare al massimo, il loro consumo.

Tags: Igiene orale
Dr.ssa Roberta Gammella

Dr.ssa Roberta Gammella

Revisione scientifica e correzione a cura della Dottoressa Roberta Gammella (medico di base). Le informazioni contenute in questo articolo non devono in alcun modo sostituire il rapporto dottore-paziente; si raccomanda al contrario di chiedere il parere del proprio medico prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.
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