L’insalata imbustata e prelavata dei supermercati è salutare?

Facile da acquistare e comoda per preparare piatti veloci, ma l’insalata imbustata e prelavata che troviamo nei supermercati è salutare?

L'insalata prelavata non è salutare
Una bella vaschetta di insalata (foto da Adobe Stock)

Facile da acquistare e comoda per preparare piatti veloci, ma l’insalata imbustata e prelavata che troviamo nei supermercati è salutare? Ciò dipende dalla lavorazione che la verdura subisce, perché si impoverisce dei suoi nutrienti principali a causa del lavaggio in fabbrica e del suo confezionamento, subendo particolari operazioni prima di raggiungere gli scaffali.

Tra l’altro, quando acquistate le insalate al supermercato, queste sembrano così fresche e durature, ma a volte non è esattamente così. In frigorifero, l’insalata confezionata resta verde anche tre o quattro giorni, ma l’occhio viene ingannato dal colore. I nutrienti della verdura, infatti, vengono lentamente eliminati, a partire dal raccoglimento a terra. Le foglie, appena colte, già iniziano a perdere le loro proprietà, per poi arrivare nei negozi poveri di nutrienti. Ma in Italia cosa succede?

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Perché l’insalata imbustata perde i suoi nutrienti. Cosa cambia in Italia

Insalata imbustata sugli scaffali dei market
Insalata sugli scaffali dei market (foto da Adobe Stock)

Per imbustare e confezionare la verdura, le fabbriche utilizzano un gas particolare, questo serve a tenere fresche le foglie e a farle durare a lungo. Questa tecnica, specificata anche sul retro dell’etichetta, protegge la freschezza dell’insalata, ma allo stesso tempo ne elimina i nutrienti. Se ci fate caso, non appena aprite le confezioni, a volte, le verdure appassiscono nel giro di poche ore.

Questo avviene perché ormai giungono alle nostre tavole prive di proprietà nutritive e già indebolite. A differenza degli spinaci, o della rucola, ossia verdure a foglia scura, l’insalata si indebolisce prima. Le fabbriche, una volta raccolta tutta la verdura da confezionare, passano al lavaggio. Anche questo però, spesso non viene effettuato correttamente.

Specialmente all’estero, le fabbriche immergono la verdura in una soluzione di acqua e cloro che non viene cambiata per molte ore, commettendo un errore. Il cloro è utilizzato per disinfettare le foglie dell’insalata, abbattendo così insetti e batteri depositati, che sono poi la causa di tante intossicazioni alimentari. Bisogna chiarire una cosa: in Italia il meccanismo è diverso, gran parte delle aziende italiane garantisce sicurezza e freschezza dei prodotti messi in commercio.

Le aziende associate all’UIF (Unione Italiana Food) prelevano prodotti da aziende agricole selezionate e poste nelle vicinanze degli stabilimenti produttivi. La filiera corta garantisce appunto freschezza del prodotto alimentare e anche sicurezza nel lavaggio. Secondo la norma vigente, il lavaggio dell’insalata è effettuato in vasche con continuo ricambio di acqua potabile e attraverso sistemi tecnologici avanzati.

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Il Ministero della Salute garantisce la sicurezza del prodotto commercializzato e venduto nei supermercati. Attraverso scrupolosi controlli il prodotto esposto nei negozi di alimenti è perciò sicuro e pronto al consumo, dato che le materie prime non subiscono alcun trattamento. Tra la raccolta, la lavorazione e la vendita, il tempo trascorso è minimo.

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