Interventi non invasivi per il tumore alla tiroide, ora è possibile farli

Primi interventi non invasivi approvati per i pazienti con tumore alla tiroide allo stadio iniziale. Addio all’intervento chirurgico.

Lotta al tumore alla tiroide
Lotta al tumore alla tiroide (foto da Adobe Stock)

Per i pazienti con tumore alla tiroide allo stadio iniziale sono stati approvati i primi interventi non invasivi, senza intervento chirurgico. Un progresso medico e scientifico che renderà felici tanti malati. Ai primi stadi, l’organo potrà essere salvato attraverso tecniche innovative  il collo del paziente salvaguardato.

Si tratta di una tecnica studiata per anni dall’Istituto Europeo Oncologico, le cui direttive sono state da poco pubblicate sulla rivista scientifica European Thyroid Journal. Tramite la termoablazione si può dare inizio a nuove cure, sicuramente meno invasive e più sopportabili da parte dei pazienti.

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Tumore alla tiroide, cosa bisogna sapere

Tiroide, interventi non invasivi
Tiroide, interventi non invasivi (foto da Adobe Stock)

I casi di tumore alla tiroide, negli ultimi anni, sono aumentati. O meglio, grazie al perfezionamento di esami e tecniche, si sono scoperti sempre più casi nel mondo. A essere colpite sono soprattutto donne di età compresa tra i 40 e i 60 anni. Questo tipo di tumore rappresenta il 5% dei tumori totali e su mille casi colpisce cinque uomini e quindici donne.

Ciò significa che il cancro alla tiroide incide sulle donne tre volte tanto rispetto agli uomini. Fino ad oggi, chi ne soffriva, doveva sottoporsi a un intervento chirurgico, ma adesso le cose sono cambiate. Essendo un tipo di cancro a bassa aggressività, è possibile fermarlo in tempo, per questo è importante scoprirlo al primo stadio. Se scoperto nella sua fase primordiale, ma anche in fase più evoluta, è possibile intervenire in modo non invasivo grazie alla termoablazione.

La termoablazione è la necrosi indotta nei tessuti umani attraverso l’aumento della temperatura. Si aumenta la temperatura per mezzo della trasmissione di energia convertita in calore. Tecnicamente si tratta dell’inserimento di un ago all’interno della tiroide, il quale, attraverso energia termica, permette di annientare il tumore.

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La termoablazione fa sì che i tessuti intorno alla zona trattata non siano toccati. Questa tecnica è già applicata per diversi cancri, ma mai era stata sviluppata per la tiroide. Un nuovo progresso medico-scientifico di fattura italiana, Nazione leader in campo oncologico, applicato per la prima volta proprio dal medico italiano Giovanni Mauri.

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