Le bacche di goji riducono il rischio di sviluppare alcune malattie agli occhi se vengono consumate regolarmente, scopriamo quali.
Le bacche di goji se consumate spesso possono aiutare a ridurre il rischio di sviluppare malattie agli occhi. Lo dicono alcuni scienziati che dopo aver fatto degli esperimenti sono giunti a questa conclusione.
Le bacche di goji essiccate aiuterebbero nello specifico, a prevenire o ritardare lo sviluppo della degenerazione maculare legata all’età.
Si tratta della terza malattia più comune dopo la cataratta e quella vascolare diabetica che causa la perdita della vista.
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Le bacche di goji prevengono alcune malattie degli occhi
Queste bacche di goji sarebbero dunque miracolose nel prevenire le malattie gravi degli occhi, come appunto la degenerazione maculare legata all’età. Una patologia che colpisce la parte centrale della retina chiamata appunto macula.
Questa malattia ha un andamento progressivo che può portare alla perdita completa e irreversibile della vista. Secondo gli scienziati sarebbero 170 milioni le persone che soffrono di questa patologia. In alcuni paesi è la prima causa di ipovisione in persone dai 50 anni in su.
Tuttavia a quanto pare queste bacche essiccate aiuterebbero molto nel prevenire questa patologia e tante altre. Basta consumarne una manciata in modo regolare.
Uno studio è stato condotto e ha dimostrato che in alcuni volontari, che hanno consumato 28 grammi di bacche di goji per 90 giorni, con una costanza di cinque volte a settimana, hanno poi aumentato la densità dei pigmenti protettivi negli occhi.
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Sono aumentati la luteina e la zeaxantina. Sono responsabili di filtrare la luce blu e agire come antiossidanti. Proteggono gli occhi durante l’invecchiamento. Questi pigmenti sono molto importanti per la salute dell’occhio.
Le bacche di goji sono dei frutti della pianta Lycium barbarum che appartiene alla famiglia delle Solanaceae, quella che comprende anche i pomodori, melanzane e peperoncino. Sono bacche rosse allungate e contengono semini appiattiti.
Crescono nelle valli dell’Himalaya, in Mongolia e anche nel Tibet e Cina. Crescono spontaneamente ma vengono anche coltivare e impiegate nella medicina cinese. Tuttavia sono sconsigliate in gravidanza.
(Carlotta Nicoletti)
