Camminare frena il decadimento cognitivo: le conferme del neuroimaging

Camminare frena il decadimento cognitivo: le conferme del neuroimaging. L’attività fisica ci salva ancora una volta, persino dalla vecchiaia

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(da pixabay)

Lo diciamo sempre, l’attività fisica fa bene. E, a quanto pare, può salvarci persino dalla vecchiaia. Non sarà certo l’elisir di lunga vita e giovinezza che tanto aspettiamo ma forse qualcosa che ci si avvicina. Camminare infatti, a quanto pare, può rallentare il processo di decadenza cognitiva. Vediamo come.

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Camminare frena il decadimento cognitivo, ecco perché

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(da pixabay)

Per molto tempo c’è stata la credenza che, raggiunto il momento del massimo sviluppo, il cervello smettesse di rigenerarsi. Di conseguenza ci si era abituati all’idea che il processo di invecchiamento fosse senza dubbi irriversibile.

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Grazie al Neuroimaging la situazione è cambiata. Ma cos’è il neuroimaging, qualunque cosa questa parola così strana indichi? Altro non è che una scienza-disciplina nata sul finire degli anni novanta che, tramite strumenti che hanno un’accuratezza sempre maggiore, riescono ad indicare strutture e immagini delle varie componenti del sistema nervoso, permettendo una loro conoscenza strutturale decisamente più approfondita.

Gli studi del sistema nervoso si erano da sempre concentrati sulla parte grigia, trascurando la materia bianca. La materia bianca è l’insieme di assioni e neuroni che uniscono l’encefalo ed il midollo spinale. Ora, la materia bianca è risultata, contrariamente a quella grigia, modificabile. L’attività fisica infatti dava la possibilità di rigenerarsi;

E’ ovvio che nei soggetti più anziani, è sconsigliata un’attività fisica che possa risultare traumatica a livello osseo e muscolare, motivo per il quale bisognerebbe invece orientarsi per un attività più tranquilla e gestibile, come appunto la camminata. E’ ovvio che più la camminata sia spedita, più il cervello è spinto a rigenerarsi ma ciascuno sarà libero di gestire il passo a modo proprio.

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