Rincari 2022, perché costa tutto di più: “Disastrosa catena causa-effetto”

I tanti motivi che hanno portato agli spaventosi rincari 2022 che purtroppo si ripercuotono sulle nostre tasche. E che dureranno a lungo.

Rincari 2022 i motivi
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Rincari 2022, le mazzate arrivano in fila una dopo l’altra e già da alcune settimane in realtà si stanno abbattendo sul bilancio delle famiglie italiane. Gli aumenti riguardano praticamente ogni cosa, dalle bollette della corrente elettrica e del gas ai beni di prima necessità, soprattutto alimentari.

Senza contare anche i carburanti, con gasolio e benzina che non arrivavano ai prezzi attuali dal 2014. I motivi dei rincari 2022 sono tanti e si sommano gli uni all’altri. Con il risultato che tutto aumenta, che l’inflazione viaggia a livelli molto prossimi al 4% e che quindi tutto costa di più.

Siamo in pratica tornati ai livelli di costo della vita vissuti tristemente tra 2008 e 2009, periodo in cui il mondo intero cadde in una crisi economica che richiese diverso tempo per potere essere lasciata alle spalle. In merito ai rincari 2022, molti alimenti hanno visto levitare verso l’alto di molto i loro prezzi, oltre a risultare in quantità sensibilmente minore rispetto al passato.

Rincari 2022, perché siamo giunti a questo punto

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Le motivazioni dei rincari 2022 sono tante: gli strascichi sempre attuali della pandemia, gli effetti imprevisti del cambiamento climatico che hanno portato a disastri naturali inattesi distruggendo i raccolti, ed anche convergenze politiche sfavorevoli, come il conflitto in corso tra Russia ed Ucraina.

Questi due Paesi sono tra i maggiori esportatori al mondo di grano e di altre materie prime in ambito agricolo. Le tensioni reciproche hanno ripercussioni anche in quelle che sono le relazioni diplomatiche internazionali, e non dimentichiamo che la Russia è anche un grosso esportatore di gas.

Ecco quindi spiegati in breve gli aumenti dei prezzi di alimenti e di forniture. L’Europa, ed anche l’Italia quindi, sono tirate in ballo in tutto questo e purtroppo risultano ancora fortemente dipendenti dall’export. Servirà del tempo per tamponare la situazione.

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Altri disastri si aggiungono al disastro

Nel frattempo bisogna fare i conti anche con problematiche che riguardano la produzione industriale, messa in difficoltà dall’aumento di luce e gas ed anche dai costi necessari per creare gli imballaggi.

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Carta, vetro e plastica sono aumentati a loro volta per via dell’aumento del prezzo del petrolio, che si attesta su più di 90 dollari al barile. Una cosa che non accadeva da anni. Infine questo aumento del petrolio fa si che salga pure il costo dei carburanti.

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Fattore che, tra le tante conseguenze negative, comporta il rallentamento dei trasporti su gomma e quindi anche dei traffici commerciali su strada che riforniscono i centri all’ingrosso e, di rimando, i supermercati ed i negozi.

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