Arsenico nel riso, come eliminarlo: è un veleno altamente tossico

La presenza di arsenico nel riso è potenzialmente pericolosa per la salute. Bisogna mettere in atto una procedura per rendere il cereale sicuro.

Del riso su di un tavolo
Del riso su di un tavolo (Pixabay)

Arsenico nel riso, bisogna sempre eliminarlo prima del consumo. Si tratta di una sostanza velenosa, potenzialmente nociva per la salute. L’assunzione di questa sostanza pericolosa in maniera prolungata e continuata nel tempo può avere delle conseguenze gravi sulla salute.

Come ci finisce l’arsenico nel riso? Attraverso la coltivazione, dal momento che lo stesso finisce nel riso tramite l’acqua presente nel suolo. E di acqua ne serve tanta, per cui è pressoché inevitabile che ci sia la presenza di arsenico nel riso.

Cosa bisogna fare per evitare tutto questo? Bisogna intervenire per eliminare la sostanza da questo cereale, che rappresenta uno degli alimenti che più siamo soliti consumare nel corso di un anno. Di solito si consiglia di sciacquare il riso sotto acqua fredda corrente, ma fare così non è sufficiente.

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Arsenico nel riso, la procedura per eliminare il veleno

Riso raccolto
Riso raccolto (Pixabay)

Fa comunque bene tenere a mollo il riso nell’acqua. Occorre riporto in un contenitore molto capiente e ricolmo proprio di acqua. Teniamo il cereale così per mezza giornata o anche più, quindi recuperiamolo e sciacquiamolo in maniera ulteriore sotto acqua corrente fredda.

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Quindi cuociamo il tutto, sempre in una pentola con acqua abbondante al suo interno. Anche dopo la cottura si consiglia di procedere con un nuovo processo di lavaggio, stavolta però con acqua calda. Alcuni studi condotti per stabilire il livello di salubrità dei prodotti hanno stabilito come il riso integrale sia maggiormente sottoposto a questa problematica, perché contiene una maggiore quantità di crusca. Che a sua volta assorbe più arsenico.

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Anche per questo motivo si consiglia di non consumare riso tutti i giorni ma di alternarlo con altri cereali, meglio se integrali, che non sono interessati da questa problematica. La gamma di scelta è molto ampia tra mais, segale, grano saraceno, miglio, farro, quinoa e tanto altro.

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