Iponatriemia, il caldo estremo può provocare questa brutta condizione

L’iponatriemia è un abbassamento dei livelli di sodio nel sangue, in certi casi è una condizione connessa al caldo estremo. Attenzione alle conseguenze.

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Sintomi di melessere (Pixabay)

L’iponatriemia è un abbassamento dei livelli di sodio nel sangue, in certi casi è una condizione connessa al caldo estremo. Attenzione alle conseguenze. A causa dei cambiamenti climatici, del clima sempre più caldo e delle bolle di calore sempre più insistenti, i casi si sono moltiplicati. Uno studio svedese fa luce su questa dinamica che provoca letargia, affaticamento, debolezza e confusone mentale.

Le ondate di calore stanno provocando un aumento esponenziale di ricoveri in ospedale dovuti proprio a questa condizione fisica. L’iponatriemia è la condizione secondo cui i livelli di sodio nel sangue si abbassano drasticamente. I ricercatori dell’Istituto Karolinska di Stoccolma lanciano l’allarme, e la situazione sarà destinata a peggiorare nel corso degli anni, a causa dell’aumento delle temperature medie.

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Le cause e i sintomi dell’iponatriemia

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Ragazza apatica (Pixabay)

Per mantenere una normale pressione sanguigna, il nostro corpo ha bisogno di avere livelli equilibrati di sodio nel sangue. Questi livelli funzionano come supporto anche per muscoli e nervi. Tuttavia, il sodio subisce facilmente squilibri ed è poco tollerante alle variazioni del corpo. Una buona parte dei paziente che viene ricoverata per patologie acute in ospedale, infatti, presenta livelli bassi di sodio.

I sintomi che i pazienti presentano sono sonnolenza, apatia, debolezza, confusione mentale, nausea, vomito. Ci sono poi quei casi in cui i livelli bassi di sodio sono dati da altre patologie, come disturbi renali, cirrosi o insufficienza cardiaca. Anche un’eccessiva sudorazione può dare lo stesso problema di  iponatriemia.

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Sole che picchia (Pixabay)

Stesse complicazioni sono date dall’uso di farmaci diuretici, oppure dalla sindrome di inappropriata secrezione di ormone antidiuterico. Anche infezioni e virus, come ad esempio polmonite, possono dare gli stessi sintomi. Tuttavia, al di là delle numerose problematiche, gran parte dei ricoverati arrivano in ospedale a seguito di un colpo di calore.

Il caldo, infatti, influenza moltissimo la concentrazione di sodio nel sangue, specialmente in tarda età. Nei giorni più caldi, le ospedalizzazioni si moltiplicano. I ricercatori svedesi stimano un aumento compreso tra il 7% e il 16% di casi di iponatriemia entro il 2050, ossia mano a mano che aumenterà la temperatura media. A pagarne le conseguenze sono soprattutto i più anziani.

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Bisogna però considerare che la Svezia, essendo un Paese scandinavo, non è abituata a certe temperature estive. Significa che qui la popolazione è maggiormente sensibile ai colpi di calore, e quindi allo sbalzo dei livelli di sodio nel sangue, rispetto ai popoli dell’Europa meridionale. Tuttavia, non bisogna sottovalutare questa condizione, anche se siamo abituati a estati bollenti, meglio sempre proteggersi e non esporsi troppo all’afa delle ore più calde.

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