Partite Iva, si ai fondi per il bonus 200 euro ma c’è un grosso problema

I soldi ci sono per potere aiutare chi ha la partita IVA ad ottenere, come altri, il bonus 200 euro. Ma c’è pure un ostacolo.

Delle banconote e delle monete in euro
Delle banconote e delle monete in euro (Pixabay)

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Anche chi ha la partita IVA riceverà un supporto economico: lo stabilisce il Decreto Aiuti bis emanato di recente e che non mette da parte i lavoratori autonomi. Chi saranno coloro che, entrando più nel merito della questione, otterranno un aiuto ufficiale dallo Stato?

Si tratta di coloro che sono dotati per l’appunto di partita IVA e che hanno dichiarato un reddito di massimo 35mila euro nell’ultimo ISEE disponibile. Ad oggi se ne contano circa 3 milioni, per una cifra necessaria di 600 milioni di euro. Un tesoretto che si è arricchito di ulteriori cento milioni rispetto ai 500 mln stipati in un primo momento.

Di questi quasi un milione sono commercianti (973mila) od artigiani (859mila), poi ci sono gli autonomi con iscrizione alle rispettive Casse di riferimento (477mila) ed ancora professionisti esclusivi (216mila) e coltivatori diretti (30mila).

Partite IVA, non si sa ancora come fare per avere il bonus

Dei soldi in euro
Dei soldi in euro (Pixabay)

Il bonus per le partite IVA sarà di 200 euro, come capitato ad altre categorie di lavoratori e pensionati. Purtroppo però non ci sono ancora indicazioni chiare su come fare per richiederlo dal momento che ancora non è disponibile alcuna modalità per fare domanda. Per questo servirebbe un apposito decreto attuativo, che però ancora manca.

Tali indicazioni si presume che debbano comunque arrivare in tempi brevi, con tutta probabilità già entro il corrente mese di agosto e comunque non oltre la prima metà di settembre. Certo è che per i lavoratori autonomi stona e non poco il fatto di dovere navigare nell’incertezza mentre invece tanti altri aventi diritto al bonus 200 euro sanno quando verrà loro erogato questo sussidio.

Questo è uno dei tanti provvedimenti di ausilio forniti dallo Stato ai cittadini, in un anno come il 2022 che probabilmente non ha mai comportato tante conseguenze negative sul potere di spesa e sui consumi se non in periodi di guerra. E la situazione non accenna a mostrare alcun miglioramento neppure per il 2023.

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