Smartphone e radiazioni, le marche che ne producono di più

L’argomento che collega smartphone e radiazioni emesse fa parlare da sempre. Quali sono le marche presenti sul mercato che ne generano di più e quali invece di meno

Una donna mentre usa uno smartphone
Una donna mentre usa uno smartphone (Pixabay)

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Smartphone e radiazioni, un discorso vecchio almeno quanto la diffusione tra le masse di quello che è il cellulare. Ovvero il nostro strumento principale, che utilizziamo tutti i giorni da anni per fare di tutto e di più. Con un telefonino non solo compiamo chiamate ma anche videochiamate, scattiamo foto, realizziamo video e molto altro.

In tasca abbiamo un computer, grazie al quale vedere anche film e serie tv, navigare sul web, consultare i social, videogiocare e tanto altro. L’evoluzione dei cellulari è qualcosa di epocale, in grado di modificare radicalmente le abitudini del mondo interno. Ma non mancano controindicazioni e polemiche. E la questione che si riferisce a smartphone e radiazioni emesse è tra queste.

In realtà non si è mai capito sul serio se smartphone e radiazioni siano realmente collegati. E nel caso, quale sia il livello di rischio al quale siamo esposti per via di un massiccio uso frequente di giorno in giorno. Ci sono diversi enti ufficiali però che prendono nota di tutto questo, apportando le dovute modifiche e gli aggiornamenti del caso.

Smartphone e radiazioni, quali sono i fattori di rischio

Lo schermo di uno smartphone
Lo schermo di uno smartphone (Pixabay)

Per esempio in Germania agisce l’Ufficio federale tedesco per la protezione dalle radiazioni (Bundesamt für Strahlenschutz), il quale rende noti con periodicità quelli che sono i livelli di radiazione a frequenza emessi dagli smartphone odierni ed assorbiti dal nostro organismo. Le normative indicate dalla Commissione Europea riferiscono di un limite massimo di 2,0 Watt/Kg su 10 grammi di tessuto per 6 minuti.

Un quantitativo che negli Stati Uniti è lievemente inferiore ed ammonta a 1,6 W/Kg su 1 grammo di tessuto. Va anche detto che enti ufficiali specializzati nella ricerca sul cancro, come la nostra Fondazione AIRC, affermano che non vi siano prove sufficienti per potere collegare delle forme di tumore al cervello ad un utilizzo continuo del telefonino. In particolar modo se parliamo di quelli di recente fattura.

Un possibile fattore di rischio pare sia rappresentato da un dispositivo che si scalda. Quando una persona ne utilizza uno, questo calore viene convogliato direttamente sulla pelle e negli strati immediatamente inferiori. Si consiglia perciò, a scopo precauzionale, di evitare il contatto diretto con un dispositivo troppo caldo.

Cosa che può essere fatta impiegando il vivavoce oppure degli auricolari. Inoltre sarebbe meglio riporre il dispositivo in una borsa oppure in una giacca invece che in tasca. Fermo restando che comunque il livello di radiazioni generato dai telefonini di oggi è ritenuto ampiamente sotto controllo.

La classifica dei cellulari più e meno dannosi: le marche

L’Ufficio federale tedesco per la protezione dalle radiazioni, sulla base di alcune osservazioni diretti, ha stilato una classifica di quelli che sono rispettivamente i telefonini che emettono più e meno radiazioni. I livelli registrati sono comunque tutti quanti ampiamente al di sotto della soglia massima indicata di 2 W/Kg). Per quanto riguarda la prima graduatoria abbiamo:

  • P7 Pro (1,82 W/kg);
  • Motorola Edge (1,68 W/kg);
  • X4 Soul (1,65 W/kg);
  • Zte Axon 11 5G  (1,59 W/kg);
  • Asus ZenFone 6 (1,57 W/kg);
  • OnePlus 6T (1,55 W/kg);
  • Sony Experia AX2 Plus (1,41 W/kg);
  • Google Pixel 3 XL e 3A XL (1,39 W/kg);

Gli smartphone con livelli di emissione più bassi sono invece i seguenti:

  • Zte Blade V10 (0,13 W/kg);
  • Galaxy Note 10+ (0,19 W/kg);
  • Galaxy Note 10 (0,21 W/kg);
  • LG G7 ThinQ (0,24 W/kg);
  • Huawei P30 (0,33 W/kg);
  • Apple iPhone 11 (0,95 W/kg);
  • Realme GT Neo 3 (0,91 W/kg);
  • Honor X8 (0,84 W/kg);
  • Xiaomi Redmi Note 2 (0,34 W/kg);
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