Come il cervello affronta il lutto di una persona cara ed elabora il dolore

Quando una persona cara non c’è più, il cervello affronta il lutto attraverso alcuni passaggi, in modo da elaborare il dolore.

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Ragazza che piange (Pexels)

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Affrontare la morte e l’assenza di una persona importante per la nostra vita non è semplice, ciò comporta una sensazione di vuoto incolmabile, un dolore atroce che sembra infinito. Tuttavia, il dolore è destinato a scomparire col tempo, attraverso l’elaborazione effettuata dalla mente, nel nostro inconscio. Siamo programmati per superare questo momento difficile e per ripristinare la vita.

C’è chi necessita di più tempo, ma alla fine si riesce a superare il dolore, riprendendo la vita in mano. Di certo, questo momento di elaborazione coincide con un sentimento di perdita, di smarrimento e di confusione. Non si sa dove andare, né come comportarsi. Mary-Frances O’Connor, neuroscienziata ed esperta nell’elaborazione del lutto, ci parla di questi momenti bui.

Come affrontare la morte ed elaborare il lutto

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Donna piange sulla lapide (Pexels)

La dottoressa parla di un momento di smarrimento, una sorta di blackout che affligge una persona che ha avuto un lutto in famiglia. È in questo periodo che si assiste a un cambiamento interiore a una nuova percezione della realtà. Si passa da un mondo vecchio a un mondo nuovo. Si ha una nuova consapevolezza, cioè che il passato è finito per sempre, e che si deve pensare al futuro.

Nel suo libro “Il cervello in lutto”, la dottoressa spiega che aspetto ha il dolore dal punto di vista mentale. La morte di una persona cara crea un problema nel nostro cervello, lo manda in tilt. Il corpo si attiva subito per cercare una soluzione, e per qualche giorno ci inganna. Nei primi giorni, infatti, non capiamo l’abbandono definitivo, ma pensiamo che la persona cara sia solo partita per qualche giorno.

È la risposta che la nostra mente dà al dolore. Non ci si rende subito conto della realtà dei fatti, ma si percepisce una realtà differente. Il dolore consiste nel forte desiderio che la persona amata ritorni, e che tutto si sistemi al più presto, come se nulla fosse accaduto. Il sentimento cardine del dolore è quindi il “desiderio”.

Le cinque fasi dell’elaborazione della mente

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Uomo disperato (Pexels)

Ma il dolore non deve essere confuso con la depressione. La depressione è una dimensione più intima, legata più che altro a noi stessi e non agli altri. Il nostro cervello è programmato per andare avanti e per affrontare le situazioni avverse. L’elaborazione del lutto passa attraverso cinque fasi:

  1. Negazione della realtà
  2. Rabbia
  3. Contrattazione
  4. Depressione
  5. Accettazione della realtà

Solo il 10% sperimenta un lutto prolungato, che si estende fino a un anno, mentre il resto della popolazione riesce ad attraversare le fasi di elaborazione nel giro di sei mesi. Tuttavia, chiarisce la O’Connor, non c’è un limite al dolore, poiché la morte di una persona cara ci cambia la vita per sempre, trasformando la nostra quotidianità.

Il tempo ci fa capire la perdita, ma il tempo è soggettivo. Occorre avere flessibilità emotiva, il che significa guardare in faccia la realtà, ma allo stesso tempo portare dentro di sé la persona che non c’è più. La presenza della persona deceduta non scompare definitivamente, ma resta impressa nel cervello, dove viene codificata, fino a trasmetterci conforto e a infonderci coraggio per proseguire la vita.

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