Come e perché il cervello risponde alla luce naturale: lo studio

Il cervello risponde in maniera naturale alla luce del giorno ma qual è il motivo e come succede? Lo studio ha trovato le risposte.

gioco luci e ombre
Luce ombra (Pexels)

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I cambiamenti stagionali nella quantità di luce che si riceve può avere un impatto significativo sul corpo, come ad esempio il Disturbo Affettivo Stagionale (SAD), un’alterazione psicofisica dovuta al cambiamento di stagione. Ora gli scienziati, tramite uno studio, sono riusciti ad esaminare questi effetti e la loro importanza.

In un nuovo studio fatto sui topi, è stato osservato che i neuroni del nucleo soprachiasmatico (SCN), ovvero quelli che hanno il compito di rilevare il tempo di 24 ore, si coordinano tra loro per adattarsi alla diversa durata della luce diurna, con cambiamenti nelle singole cellule e nel suo complesso. Questi due fattori sono risultati la chiave di risposta alla quantità di luce giornaliera.

Cervello e luce neutrale: lo studio ha delle risposte

Cervello attivo
Cervello attivo (Pexels)

Lo studio è stato portato avanti dalla neuroscienziata Alessandra Porcu dell’Università della California San Diego. I cambiamenti nel SCN che possono influenzare il funzionamento del nucleo paraventricolare (PVN), la regione cerebrale all’interno dell’ipotalamo che aiuta a gestire lo stress, il metabolismo, il sistema immunitario, la crescita biologica e altro ancora, erano già noti alla comunità scientifica. Tuttavia adesso i ricercatori hanno un legame molecolare tra la luce del giorno e il comportamento umano.

I ricercatori hanno rivelato, infatti, nuovi adattamenti molecolari della rete SCN-PVN in risposta alla lunghezza del giorno per regolare la funzione ipotalamica e il comportamento quotidiano. Sia nei topi che negli esseri umani, il SCN funziona allo stesso modo ed è controllato da speciali cellule fotosensibili della retina, che trasmettono informazioni sulla luce disponibile e sulla durata di ogni giorno.

Quindi sono riusciti a identificare i cambiamenti nei neurotrasmettitori neuromedina S (NMS) e polipeptide intestinale vasoattivo (VIP) nei topi, che potrebbero essere manipolati per alterare l’attività della rete nel PVN. In sostanza, la ricerca si è avvicinata alla possibilità di gestire la reazione alla maggiore o minore luce del giorno. Una scoperta che è solo al suo inizio ma molto promettente.

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