La prova scientifica che l’aldilà esiste? Uno scienziato prova a rispondere alla più grande delle domande

C’è vita dopo la morte e la prova scientifica che l’aldilà esiste viene illustrata da un illustre accademico. cosa dice la scienza in merito.

Una rappresentazione della classica luce bianca in fondo al tunnel
Una rappresentazione della classica luce bianca in fondo al tunnel (Canva – inran.it)

C’è davvero una prova scientifica che l’aldilà esiste? Da tempo in molti sono alla ricerca della cosa e si tenta di scovare un qualche tipo di indizio su una cosa che, dal punto di vista religioso e spirituale, diamo per scontata. E questo a prescindere dalla nostra fede di appartenenza. Ma anche molti non credenti sono convinti che ci sia qualcosa una volta arrivati alla fine della vita.

Se parliamo di qualche prova scientifica che l’aldilà esiste, non abbiamo però molto di concreto. Ma viene spontaneo esaminare il cervello, ed in particolare alcune specifiche aree, allo scopo di individuare qualcosa che possa tornare utile in questo ambito molto delicato.

In particolare ci si concentra su alcuni casi clinici documentati che hanno riguardato esperienze di pre-morte, per così chiamarle. Ci sono situazioni in cui delle persone hanno subito degli incidenti improvvisi e molto gravi. Questo li ha ridotti in stato di coma. Ed è capitato che alcuni poi si siano risvegliati.

La prova scientifica che l’aldilà esiste

Chirurghi al lavoro in una sala operatoria
Chirurghi al lavoro in una sala operatoria (Canva – inran.it)

A prescindere dal come sia stato possibile tutto questo, quello che molti scienziati si chiedono è che cosa sia capitato prima dell’insperato risveglio. Anche grazie a film e serie tv veniamo a sapere che un soggetto in questo stato riferisce di vedere spesso la famosa “luce bianca” da raggiungere. Oppure parla di come abbia visto sé stesso nella camera di ospedale, come se quei due sé stessi fossero due diverse persone.

Un accademico rinomato, come riportato dal portale in lingua spagnola Bioguia, ha cercato di fornire una spiegazione su basi esclusivamente scientifiche. A suo dire il professore Yuri Serdiukov, docente di Filosofia, ritiene che una persona in coma abbia un cervello in grado di continuare a lavorare ancora.

In questa fase la mente produrrebbe una quantità superiore rispetto ad una situazione normale di sogni e di pensieri. E tutti quanti “personalizzati” in base a quelle che sono, per l’appunto, la personalità e le esperienze individuali. Secondo il professor Serdiukov poi la nostra particolare natura sarà predominante in questo.

“È tutto nella nostra testa e il tempo scorre diversamente”

Per esempio, se siamo degli ottimisti e positivi allora avremmo delle visioni di quello che potremmo riconoscere come il Paradiso. Al contrario invece una inclinazione costante a pessimismo e nichilismo contribuirà a fare sorgere visioni “dell’Inferno”. Il docente russo sostiene ciò in base a quanto ha potuto esperire con l’analisi diretta di molti casi di pazienti che erano finiti in coma.

Queste fitte produzioni del cervello avvengono sia che poi ci si risvegli o meno. Una mente consapevole di essere prossima alla fine tende a fare questo, spegnendo al contempo qualsiasi concezione del tempo come la conosciamo.

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Potrebbe passare un solo giorno, ma per la persona in coma quel periodo potrebbe coincidere anche con anni ed anni, ad esempio. Insomma, tutto quanto deriverebbe dalla nostra psiche e la esistenza dell’aldilà è giustificata e pienamente legittimata, all’interno della nostra mente.

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