Perché la maschera dei medici della peste era a forma di becco? Il motivo ti stupirà

Qual è il motivo che spiega come mai la maschera dei medici della peste avesse una conformazione così particolare ed al tempo stesso anche sinistra.

La maschera di un medico della peste
La maschera di un medico della peste (Canva – inran.it)

Perché la maschera dei medici della peste era contraddistinta da una forma oblunga? Questo tratto è diventato distintivo, al pari degli occhi grossi e scuri che si accompagnavano al “becco“. Ben presto la raffigurazione del cerusico è diventata un qualcosa tale da incutere timore.

Con questo termine si indica generalmente la figura del dottore propria dei secoli scorsi, dall’età medievale in poi, prima che le moderne tecniche e conoscenze sulla medicina riuscissero ad imporre dei nuovi e più efficaci standard in fatto di cura delle malattie gravi. Il perché la maschera dei medici della peste avesse questa forma così vistosa e particolare non è ovviamente da ricondurre ad un fattore estetico.

Nei periodi in cui imperversava la peste, era fondamentale per coloro che esercitavano la professione medica non ammalarsi a loro volta. Queste coperture per il volto erano ritenute infallibili e si pensava che potessero in qualche modo contribuire a rendere pura l’aria che, chi le indossava, respirava.

La maschera dei medici della peste, ecco perché aveva questa forma

Una maschera da cerusico
Una maschera da cerusico (Canva – inran.it)

Il “becco” quindi doveva fungere da “serbatoio” di aria pulita, come un filtro rudimentale in grado di fare si che il medico non finisse con il contagiarsi. Le raffigurazioni in disegni e dipinti sono tante e diffuse in ogni angolo d’Europa, che specialmente dal periodo del Medioevo in poi ha visto delle cicliche pandemie della peste bubbonica.

I cui effetti sul corpo dei contagiati erano tremendi. La lunghezza del becco arrivava a circa venti centimetri ed al suo interno erano posti degli aromi e dei profumi, come cannella, miele e tanto altro. C’erano anche due piccoli fori per le narici. Ed era diffusa l’idea che i profumi dolci e fragranti riuscissero a disinfettare l’aria delle zone colpite dalla peste.

Peste che era trasmessa dal morso delle pulci che, dagli animali infestati, passavano agli uomini. Ma anche con il contatto diretto con fluidi o con tessuti di soggetti contagiati.

Questo accorgimento era utile ad evitare il contagio?

Ma anche l’occhio vuole la sua parte, e va detto che l’aspetto tetro e minaccioso del cerusico faceva anche da monito. La sua presenza serviva a capire immediatamente che ci si trovava in una zona di contagio. E che di lì a poco, con tutta probabilità, sarebbero sorti lazzaretti ed altre orribili conseguenze della malattia.

Quali sono le più grandi epidemie di peste della storia? Ricordiamo la peste di Giustiniano, nel 561 d.C., con una media di circa diecimila morti al giorno. La Peste Nera tra 1334 e 1372, che sterminò un terzo della popolazione in tutta l’Europa e che si protrasse ciclicamente a periodi fino a vent’anni prima dell’avvento del 1900.

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Ed una grossa pandemia intercorsa nella intera prima metà proprio del 1900 in Asia. Per la cronaca, la conformazione a becco e l’utilizzo di erbe non era in alcun modo efficace a proteggere i medici dalla malattia.

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