Sonno e Alzheimer: l’importante correlazione a cui non diamo la giusta importanza

Qualità del sonno e Alzheimer sono in stretta connessione: un sonno frammentato aumenta il rischio in chi è predisposto al degrado cognitivo.

Anziana donna riposa (Canva – Inran.it)

Un gruppo di ricercatori del Centro di Medicina del Sonno dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino ha messo in evidenza la stretta connessione tra qualità del sonno e l’Alzheimer. Una cattivà qualità del sonno, con ripetuti risvegli, favorirebbe l’accumulo di placche di proteina beta-amiloide sui neuroni nei soggetti predisposti al degrado cognitivo.

I risultati ancora non sono del tutto concreti, per ora parlano le analisi in laboratorio effettuate sui topolini, ma si fa sempre più chiara la dinamica di un corretto riposo associata alla salute del cervello. Il sonno disturbato, dunque, influenza negativamente il nostro cervello, debilitandolo e conducendolo verso un degrado più rapido. Lo studio, pubblicato sulla testata Acta Neuropathologica Communications, fa luce su un tema ancora poco dibattuto.

Quando la scarsa qualità del sonno influenza le persone predisposte all’Alzheimer

Anziano fa un sonnellino in salotto (Canva – Inran.it)

Un sonno frammentato spinge verso una maggiore degenerazione cognitiva, influenzando negativamente il sistema glinfatico, ossia la parte del cervello incaricata di espellere le sostanze tossiche, come gli accumuli proteici. Il sistema glinfatico è particolarmente attivo durante la fase di sonno più profonda, ma se viene ripetutamente ostacolato dai risvegli notturni può portare a gravi problemi cognitivi.

È importantissimo riposare bene e dormire le giuste ore in base all’età. Spesso, in una società che corre velocissima, costringendo tutti i cittadini a ritmi di vita serrati, riposare bene è sempre più difficile. La qualità del sonno è alla base della salute mentale, nonché di quella fisica. Il sonno serve per depurare l’organismo intero, recuperare le energie e per rigenerare le cellule.

Le persone della terza età dovrebbero riposare almeno 7 ore. Tra le 7 e le 9 ore, ovviamente non frammentate, sono le ore di sonno obbligatorie. Per quanto riguarda gli adulti, invece, le ore di sonno obbligatorie sono comprese tra le 7 e le 10 ore. Purtroppo, però, ben poche persone possono permettersi di dormire così tante ore di fila.

Il legame tra qualità di sonno e malattia cerebrale è noto da diversi decenni, ma la scienza continua a indagare per scoprire ulteriori collegamenti, cercando di rallentare lo stato di demenza senile. La demenza senile colpisce gran parte della popolazione mondiale, ed è un processo che fa parte dei processi neurodegenerativi.

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La cattiva qualità del sonno, però, incide fortemente anche sui soggetti giovani. È importante riposare bene sin da piccoli, in modo tale da permettere al cervello di effettuare questo processo di pulizia. Occorre fare particolare attenzione a fenomeni comuni come apnee notturne, insonnie, frammentazione del sonno, tutti disturbi che possono portare al rischio di malattie neurodegenerative.

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