Perché quando qualcuno fa una puzzetta scoppiamo tutti a ridere?

Che cosa c’è di così divertente e perché quando qualcuno fa una puzzetta scoppiamo tutti a ridere? Il punto di vista in ambito sociologico.

Perché quando qualcuno fa una puzzetta scoppiamo tutti a ridere? Probabilmente nemmeno c’è il bisogno di chiederselo. Si tratta di un momento molto imbarazzante, forse per alcuni di peggio c’è solamente il farsi vedere inavvertitamente senza vestiti.

Cosa c'è di divertente nel sentire qualcuno che scorreggia
Qualcuno qui è “colpevole” (Canva – inran.it)

Ma da un punto di vista più prettamente sociologico ha senso porsi questo quesito, e quindi perché quando qualcuno fa una puzzetta scoppiamo tutti a ridere? Procediamo però per gradi. Il rumore prodotto è uno dei primi fattori che è in grado di suscitare divertimento. Può essere acuto, netto, fulmineo, prolungato…poi in realtà a volte si tende a non ridere più quando, di botto, entrano in gioco i fattori olfattivi.

In quel caso si salvi chi può. Però è anche vero che riguardo al perché quando qualcuno fa una puzzetta scoppiamo tutti a ridere contribuisce in buona parte anche la situazione di riferimento. Pure il contesto in cui ci si trova quindi può essere decisivo. Magari questo incidente potrebbe succedere proprio nel bel mezzo di un momento solenne. Magari nel corso di una interrogazione a scuola, o durante un colloquio con un cliente o con un collega.

Perché quando qualcuno fa una puzzetta scoppiamo tutti a ridere?

Va detto che anche secoli fa, e per giunta millenni fa, questo fattore rappresentava un qualcosa sul quale fare ironia e dileggio. Anche alcuni filosofi come Kant e Schopenhauer hanno detto la loro sul perché la cosa faccia ridere. Si tratta di un evento inatteso, che lascia spiazzati, e che per l’appunto anche la sonorità che lo contraddistingue tende a rendere spassoso.

Cosa c'è di divertente nel sentire qualcuno che scorreggia
Una donna che si tappa il naso (Canva – inran.it)

Basti pensare ai versi scritti da Dante nella sua Divina Commedia (che è in tutto e per tutto uno dei libri che vanno letti almeno una volta nella vita) in riferimento a Barbariccia, una delle tante creature demoniache concepite per la cantica dell’Inferno.

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Cosa c'è di divertente nel sentire qualcuno che scorreggia
Un uomo che si tappa il naso (Canva – inran.it)

“Ed elli avea del cul fatto trombetta”, riportò l’Alighieri sul volger finale del XXI Canto, come segno di inizio della marcia di demoni che lo stesso Barbariccia capeggiava. Fare le scorregge diverte. Si tratta di un modo dissacrante che, se esaminiamo il contesto dantesco, va interpretato proprio come somma parodia della vita.

Il demonio Barbariccia è visto alla stregua di un generale, quindi di una figura dotata di autorevolezza. Ed il suo iniziare la marcia di quella scompigliata armata rappresenta il modo ideale anche in virtù della situazione in cui tutti questi strampalati protagonisti si trovano.

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