Si può amare qualcuno proteggendo se stessi: basta poco per non soffrire

A volte, per non soffrire, si devono affrontare scelte importanti, per se stessi e per il proprio compagno: si può amare proteggendo se stessi?

Essere innamorati è, molto probabilmente, la cosa più bella del mondo. Un amore profondo influenza la vita quotidiana, ma non solo, perché come confermano numerosi studi scientifici, provare amore migliora sia la propria salute mentale che quella fisica. Fa sembrare tutto più semplice, e inoltre aiuta a stare bene. Ma l’amore non è soltanto sinonimo di felicità, perché comporta anche tante difficoltà.

Giovani innamorati (Canva – Inran.it)

Essere coinvolti emotivamente da qualcuno è bello, ma si deve porre sempre un certo limite, una linea di demarcazione, perché spesso si sfocia nella dipendenza affettiva. La dipendenza affettiva, che abbiamo trattato in un altro articolo, comporta più di uno sforzo, mentale e fisico, e anche diverse note negative. Amare non significa dipendere da qualcuno, ma completare ciò che manca.

Proteggere se stessi e, allo stesso tempo, amare qualcuno, è possibile?

Senso di oppressione in casa (Canva – Inran.it)

È vero, amare significa anche pensare all’altro, essere in due, e si sente la necessità di essere accompagnati. Tra l’altro, ci sono inequivocabili segnali che sottolineano un amore travolgente. Ciò non vuol dire, però, dipendere. La sudditanza è una condizione che non dovrebbe appartenere a un sentimento così profondo come l’amore. Eppure, quando si parla di relazione di coppia, la parola stessa implica una certa dipendenza.

Ma la dipendenza, se non gestita bene, rischia di inglobare e annientare l’individualismo. In pratica, in coppia una persona rischia di depersonalizzarsi. Ma come evitare questa condizione? Prima di tutto, bisogna saper gestire con criterio i propri sentimenti, stabilire i propri ruoli con razionalità. Non bisogna arrivare alla disperazione, prima di capirlo, ma bisogna sfuggire dalle grinfie della dipendenza emotiva, che potrebbe trasformare la relazione con una persona in un amore tossico.

Giovane coppia in sintonia (Canva – Inran.it)

Una dipendenza dall’altro mette in evidenza la forte insicurezza, insicurezza legata magari a paure passate, traumi subiti, oppure al timore di un abbandono. La dipendenza si costruisce e si rafforza proprio in base a tre criteri: paura, preoccupazione e ossessione. Ciò comporta conseguente psicologiche negative, ed è difficile uscirne. L’amore vero, invece, deve essere genuino, semplice e complice.

Amare senza dipendere è possibile, bisogna iniziare a proteggere se stessi, sviluppando una forte consapevolezza di sé. Per fare ciò, occorre accettare le proprie insicurezze, lavorare su se stessi, sul proprio carattere, imparare a conoscersi nel profondo. Fondamentalmente, bisogna prima amare se stessi, per poter amare gli altri. Per questo motivo, le coppie che vivono in simbiosi, non vanno bene, occorre sempre mantenere una certa individualità, così come propri hobby e proprie amicizie.

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La felicità non dipende dalla persona amata, o almeno non soltanto da questa. Per avere un rapporto genuino, la comunicazione è fondamentale, occorre imparare a esprimere i propri bisogni in modo chiaro, avere una comunicazione trasparente. Inoltre, bisogna anche saper gestire le liti e la rabbia scaturita da una litigio. L’equilibrio nella vita si ottiene con l’indipendenza emotiva, senza soffrire, senza autodistruggersi.

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