Alopecia androgenetica: cos’è, come si trasmette e quali sono i sintomi

Ci sono tre fattori principali, due genetici e uno legato allo stile di vita, che influenzano la caduta dei capelli nell’alopecia androgenetica.

Viene definita alopecia androgenetica, ossia la progressiva caduta di capelli legata all’invecchiamento. È differente rispetto all’alopecia areata, che è temporanea e scaturita da altre cause (ne parliamo qui). L’alopecia androgenetica è molto diffusa tra gli uomini, in forma minore anche nelle donne. Il diradamento progressivo dei capelli colpisce circa il 30% dei ragazzi sotto i 30 anni.

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Signore calvo (Canva – Inran.it)

Inoltre, colpisce circa il 50% degli uomini sopra i 30 anni. Significa che, quando si arriva alla mezza età, la metà della popolazione maschile presenta problemi di calvizie. Un problema che, soprattutto in giovane età, causa gravi disagi psicologici, e che spesso influenza pesantemente la quotidianità di un individuo. Come capire se si è predisposti geneticamente alla caduta dei capelli?

La caduta progressiva dei capelli, i tre fattori principali dell’alopecia androgenetica

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Ragazzo si preoccupa per la perdita di capelli (Canva – Inran.it)

Come abbiamo visto, le probabilità di diventare calvi sono molto elevate, circa il 50% dei casi. L’andamento della caduta, comunque, si presenta sempre in giovane età, durante il passaggio tra l’adolescenza e la maturità, per poi accelerare progressivamente nel corso degli anni. Tra i 20 e i 40 anni, è una continua sfida all’ultimo capello, ma cosa determina questa condizione?

Il rischio più alto si corre geneticamente in base alla capigliatura del nonno materno. Il cromosoma X del nonno materno influenza tutta la discendenza. Se nel suo cromosoma c’è il gene della calvizie, questo passa al cromosoma della mamma, e poi arriva al nipote nel 50% dei casi. Quella del nonno materno è il fattore che condiziona di più il destino di un nipote.

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Cuoio capelluto (Canva – Inran.it)

Ma non solo bisogna osservare la testa del nonno materno, anche i capelli del papà, seppur in maniera minore. Se il padre non ha i capelli, si ha qualche probabilità in più di perderli, dato il gene della calvizie legato al cromosoma Y. Quindi, in tal caso, ci può essere una trasmissione diretta tra padre e figlio. Comunque sia, questa discendenza è meno probabile rispetto a quella del nonno materno.

Infine, il terzo fattore che influenza la caduta dei capelli non è genetico, ma è legato allo stile di vita. Come ben sappiamo, un corretto stile di vita aiuta a mantenere in salute il corpo e a contrastare l’invecchiamento precoce di ogni singola parte, dagli organi ai tessuti. Mangiare bene, fare esercizio fisico, sono importantissimi.

Ma c’è una brutta abitudine a incidere abbastanza forte sul benessere della chioma: il fumo. Fumare sicuramente non aiuta. Il fumo riduce il flusso di nutrienti ai capelli, quindi li indebolisce, accelerandone la caduta. Esistono rimedi contro l’alopecia androgenetica? Purtroppo, no, neanche le tecniche più avanzate riescono a contrastarla.

Tuttavia, se si agisce in tempo e con le dovute terapie, si può rallentare la caduta, migliorando sa salute del capello e del cuoio capelluto. Inoltre, come accennato, indipendentemente dalla genetica, uno stile di vita sano, un’alimentazione ricca di vitamine e di minerali, e abitudini salutari, migliorano l’aspetto della chioma.

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