Ansia e lavoro, la statistica che inquieta: uno su tre ha paura

Sono troppe le persone che accostano ansia e lavoro in merito alla loro posizione professionale. Ci sono troppi e forti timori, perché succede tutto questo.

Ansia e lavoro, due fattori che purtroppo viaggiano di pari passo. Infatti la situazione attuale è dominata da molte condizioni negative, che portano chi ha un impiego a temere di poterlo perdere. Ed è proprio questo che emerge da una rilevazione ufficiale che porta la firma dell’Adp Research Institute. E che è specchio di come una percentuale importante di persone viva costantemente con l’ansia di potere subire un licenziamento. Va detto che ci sono alcune posizioni che risultano essere scarsamente tutelate.

Ansia e lavoro, uno su tre ha paura di essere licenziato
Una discussione in ambito lavorativo (Foto Canva – inran.it)

E poi ce ne sono altre contraddistinte da una eccessiva precarietà. Esistono anche persone che lavorano per tutta la vita in una posizione da precari, senza mai conoscere la stabilità e senza mai ricevere le tanto desiderate certezze. Non deve dunque stupire che il risultato del sondaggio coincida con un 34% di persone interpellate che mostrano una ampia situazione di convivenza tra ansia e lavoro. Proprio per via del fatto che hanno paura di potere essere licenziati da un momento all’altro.

Ansia e lavoro, perché succede questo

Ansia e lavoro, uno su tre ha paura di essere licenziato
Un uomo preda dell’ansia lavorativa (Foto Canva – inran.it)

Siamo in un periodo molto complicato, che perdura dal 2020 e che, per motivi diversi, ha creato una situazione diffusa di incertezza. Tra crisi economica prima da pandemia e poi da guerra, recessione, calo del potere di acquisto ed aumento dei prezzi dei beni, c’è una difficoltà generalizzata che si ripercuote anche in ambito lavorativo. Su 32mila soggetti regolarmente impiegati in 17 Paesi in Europa (2mila di questi in Italia), uno su tre ha espresso dei timori riguardo al perdere il proprio impiego.

Ed in particolare sono i maschi di età compresa tra i 35 ed i 44 anni a sentire più propriamente questa paura. Subito dopo ci sono i giovani e giovanissimi della cosiddetta Generazione Z, che hanno mostrato in particolare di cedere al cosiddetto burnout, che è espressione massima di ansia e lavoro. E poi sono in tanti ad avere risposto a questo sondaggio dicendosi sicuri che non c’è alcun lavoro che sia al riparo da improvvisi licenziamenti, ben sei persone su dieci.

Aziende e Governo dovrebbero fare di più

Ansia e lavoro, uno su tre ha paura di essere licenziato
Problemi sul posto di lavoro (Foto Canva – inran.it)

Tutto ciò è espressione del fatto che, più che mai adesso, ci sia bisogno di ricevere le necessarie tutele. Sia da parte delle aziende che del Governo, che ad esempio per quanto riguarda i lavoratori autonomi e le partite Iva già da tempo avrebbe potuto e dovuto fare di più. E poi, nel 2022 ci sono stati molti licenziamenti rispetto agli ultimi anni. Dal 2020 in poi c’era il blocco dei licenziamenti, che poi si sono riversati tutti quanti ad emergenza pandemia superata. Ecco perché hanno riguardato specialmente uno specifico anno, ovvero proprio il 2022, dove l’aumento in tal senso è del 41%.

Ed è chiara anche un’altra cosa. Ovvero che lavorare con questa sensazione di passeggiare in un campo minato non aiuta di certo la produzione. Sarebbe molto più conveniente per le aziende cercare di evitare che tutto questo accada, non creando per esempio ostruzionismo su argomenti quali lo smart working (alcune hanno scelto arbitrariamente di abolirlo del tutto). Atteggiamenti come questo non contribuiscono di certo a creare un ambiente sano di lavoro.

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