Sushi, perché si chiama così e come è nato il più celebre piatto giapponese

Storia e curiosità sul sushi, perché si chiama così e quanto costa una singola portata di un vero piatto della tradizione gastronomica del Giappone.

Sushi, perché si chiama così? Anche chi non lo ha provato sa bene che si tratta di una pietanza che arriva dal Giappone. Probabilmente è la più famosa che ci sia e pure coloro che non hanno mai avuto il piacere di assaggiarlo conoscono il dettaglio in base al quale tale piatto è a base di pesce crudo. E poi c’è da dire che invece chi lo ama e lo apprezza in realtà quasi nulla è riuscito ad avvertire dalle nostre parti. Per avere una esperienza gastronomica come si deve occorrerebbe davvero andare in Giappone.

Sushi perché si chiama così e come è nato
Del sushi assortito (Foto Canva – Inran.it)

Una portata pregiata parte da un prezzo di 180 euro per una singola persona. Ma chi veramente sa di cosa si tratta sostiene che vale davvero la spesa fatta. Perché il sushi si chiama così e quali sono le particolarità di questa specialità tutta nipponica? I primi cenni storici in merito partono dal IV secolo dopo Cristo in avanti, quando era già consolidata l’usanza di riporre il pesce fresco appena privato delle proprie viscere nel sale. Così si sarebbe conservato a lungo. In aggiunta il pesce crudo veniva anche messo nel riso cotto, cosa che aveva delle conseguenze.

Sushi perché si chiama così, le origini non sono del Giappone

Sushi perché si chiama così e come è nato
Dei nigiri di sushi (Foto Canva – Inran.it)

In tal modo il tasso di acidità avvertito aumentava di molto, ma si rendeva possibile una conservazione anche di mesi. Cosa che era l’ideale per chi viveva commerciando pesce ed affrontando anche dei lunghi viaggi. Ed al momento della vendita il riso veniva gettato via. A quanto pare però non era in Giappone che si usava fare questa procedura. Una volta che il pesce così tenuto fece il proprio approdo nell’allora Cipango da parte di commercianti cinesi e coreani ecco che si ebbe l’intuizione di conservarlo, quel riso fermentato.

Per rendere quest’ultimo di nuovo commestibile si faceva ricorso all’aceto bollito, oppure si cuoceva del riso daccapo. Per un piatto che in origine aveva assunto il nome di namanare. In tempi più vicini a noi, tra 1600 e 1870, il namanare ha conosciuto poi una evoluzione con l’aggiunta di verdure e di altri ingredienti al pesce, all’aceto ed al riso bollito. Le esigenze commerciali hanno poi portato alla nascita del cosiddetto nigiri, ovvero del rotolino adatto ad essere venduto e consumato in strada come in una sorta di proto-street food.

Quando è arrivato ad Occidente

Sushi perché si chiama così e come è nato
Una ragazza che gusta del sushi (Foto Canva – Inran.it)

La forma è quella di una polpettina di riso con su adagiata una fettina di pesce marinato in della salsa di soia e che vede l’aggiunta del piccantissimo wasabi, una salsa tipica giapponese. La tradizione indica un nome, un luogo ed un periodo alquanto precisi in merito a chi abbia inventato i nigiri-sushi. Si tratta di Hanaya Yohei, conosciuto anche come Yoshi (al quale molto probabilmente la Nintendo, celebre azienda di videogiochi – ed i risultati del videogiocare tutti i giorni per due ore sono sorprendenti – si è ispirata per dare il nome al suo celebre draghetto verde amico di Super Mario, n.d.r.). Lui era un pescatore che viveva a Tokyo agli inizi del XIX secolo.

L’approdo del sushi in occidente è datato 1953, poco dopo la Seconda guerra mondiale. Il boom economico mondiale che fece del Giappone un vero e proprio trascinatore per quanto riguarda l’ambito dell’elettronica, dei motori, dell’ingegneria e dell’informatica (vedesi tante aziende di quel Paese come la Sony e tante altre diventare famosissime) contribuì anche a diffondere usi e costumi di Tokyo e dintorni, cucina inclusa. Oggi possiamo preparare il sushi anche a casa nostra, seguendo le indicazioni del caso.

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