Adenoma prostatico: sintomi, cause e trattamento

Si tratta di una situazione che non si può ritenere una malattia fino al momento in cui non diventa un vero e proprio blocco al normale passaggio dell’urina, con la produzione di tutta una serie di sintomi che vanno a modificare la minzione e a danneggiarla o a impedirla quasi del tutto. In ogni caso, questo tipo di patologia non deve mai essere confuso con il carcinoma prostatico, ovvero una malattia di natura maligna che può insorgere sempre nella prostata.

Sintomi

Tra i sintomi che vengono avvertiti più di frequente dai pazienti che soffrono di adenoma prostatico troviamo sicuramente dei problemi con la minzione. In tanti casi, infatti, il paziente non è in grado di controllare l’urgenza della minzione, così come spesso deve attendere prima di cominciarla. Un altro sintomo molto diffuso corrisponde alla pollachiuria, ovvero un notevole incremento della necessità della minzione sia nel corso della giornata che durante la notte. Nel momento in cui il paziente soffre di mitto ipovalido si parla di un getto di urina particolarmente debole e non intenso come avviene normalmente, ma anche disuria, ovvero una notevole difficoltà ad urinare, con un eccessivo impiego della spinta dell’addome per eseguire la minzione, con un mitto che si mantiene sempre piuttosto debole e fuoriesce ad intermittenza. Spesso il paziente avverte, dopo la minzione, la sensazione di un mancato svuotamento totale della vescica.

In alcuni casi il paziente può riscontrare la fuoriuscita di sangue insieme all’urina, ma anche all’interno del liquido seminale. In altre occasioni il paziente può dover fare i conti con la ritenzione di urina, che può essere parziale o completa: si tratta semplicemente del fatto di non riuscire, del tutto o meno, a far fuoriuscire l’urina dalla vescica. Infine, può insorgere anche l’iscuria paradossa, ovvero una complicazione piuttosto importante correlata con la ritenzione d’urina, con un costante sgocciolamento, che non è causato da una falsa incontinenza, ma dal fatto che la vescica è completamente piena e, di conseguenza, continua a traboccare.

Conseguenza

Nel caso in cui questa patologia venga trattata con superficialità oppure non in modo immediato, a lungo andare può provocare delle complicazioni anche piuttosto gravi nei confronti dell’apparato urinario. Nei pazienti, infatti, che hanno una prostata dal volume importante, si riscontra un pericolo più elevato di dover fare i conti con tali gravi conseguenze e son notevolmente più a rischio rispetto ad altre persone in riferimento alla possibilità di contrarre infezioni alle vie urinarie, calcolosi della vescica, diverticoli vescicali, ritenzione d’urina, insufficienza renale e malfunzionamento della vescica.

Esami

Nella maggior parte dei casi il medico consiglia di prescrivere dei test di base che permettono di capire meglio il quadro clinico e a cosa siano dovuti i problemi alla minzione. Tra i vari esami suggeriti ci sono l’esame delle urine, il PSA, l’uroflussometria, ma anche l’ecografia delle vie urinarie, mentre il paziente può essere chiamato a rispondere anche a dei questionari sintomatologici, in cui descrive proprio i sintomi che ha riscontrato. L’esame delle urine offre la possibilità di allontanare altre ipotesi, come ad esempio delle infezioni dell’apparato urinario oppure la concentrazione di sangue all’interno delle urine.

Il PSA è un esame che, in associazione con l’esplorazione rettale della prostata, consente di capire meglio se il soggetto soffre di iperplasia prostatica oppure di carcinoma prostatico. L’ecografia delle vie urinarie, invece, permette di avere un quadro clinico decisamente più completo e preciso.

Adenoma prostatico terapia farmacologica

Adenoma prostatico terapia farmacologica

Ci sono diversi tipi di terapie a livello farmacologico che possono essere utili per risolvere tale problematica. La prima prevede la somministrazione di inibitori dela S-alfareduttasi: si tratta di farmaci che sono in grado di agire andando a diminuire le dimensioni della ghiandola prostatica con un’inibizione di un particolare enzima che ha un ruolo importante nella stimolazione dello sviluppo cellulare. Con un trattamento da sei a dodici mesi si riesce di solito a diminuire del 25% circa il volume della prostata. Un’altra terapia molto frequente è quella che prevede la somministrazione di farmaci alfa-bloccanti, che permettono un rilassamento di tutta la muscolatura liscia.

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