Atenololo, farmaco betabloccante per la cura dell’ipertensione

Atenololo è un principio attivo presente in numerosi farmaci. Una delle principali caratteristiche è quella di far parte di medicinali betabloccanti selettivi. Nel momento in cui la pressione del sangue è eccessivamente alta esistono vari rischi per l’organismo. Prima di tutto il fatto che, con il passare del tempo, può far sviluppare danni al cuore e a tanti altri organi. Tale farmaco riesce ad abbassare la pressione del sangue. Ecco spiegata la ragione per cui viene impiegato nella terapia per contrastare l’ipertensione. Inoltre, riesce a diminuire la velocità del battito del cuore. Al contempo, è in grado di abbassarne l’affaticamento. Si tratta di tutta una serie di effetti che possono tornare utili anche per curare l’angina. Oppure delle specifiche tipologie di aritmia.

Quali sono i possibili effetti collaterali

possibili effetti collaterali di atenololo

Sono vari gli effetti collaterali che sono stati registrati e riconosciuti nel corso degli anni. Chiaramente si tratta di effetti che possono essere diversi in relazione al caso concreto. Quindi, alla percezione del dolore del paziente, al dosaggio da seguire e alla durata del trattamento. In ogni caso, sono stati individuati alcuni effetti collaterali che si possono definire comuni. Tra gli altri troviamo dei disturbi che si manifestano a livello del fegato e biliare. In altri casi, colpiscono l’apparato gastrointestinale. Si possono verificare, quindi, nausea, dispepsia, secchezza delle fauci, diarrea e costipazione. A livello cardiovascolare, invece, ci sono altri effetti collaterali.

Si possono verificare problemi del sistema cardio-circolatorio, ipotensione e bradicardia. Altri effetti collaterali possono svilupparsi a livello del sistema nervoso. Ad esempio, si tratta di vertigini, disturbi del sonno, ma anche confusione mentale, depressione e cefalea. Possono insorgere anche allucinazioni e letargia. Gli effetti collaterali che possono manifestarsi a livello sanguigno, invece, sono molto meno comuni. Si tratta, in questi casi, di porpora, trombocitopenia e granulocitopenia.

Le principali controindicazioni

Nel momento in cui viene prescritto questo farmaco, è bene prestare attenzione a tutta la storia clinica del paziente. Infatti, grande prudenza deve essere portata nei confronti di tutti coloro che soffrono di asma e broncospasmo. La stessa attenzione va posta anche rispetto a quelle persone che soffrono di diabete mellito. Discorso un po’ diverso per quanto riguarda l’atenololo e la sua somministrazione in gravidanza. È vero che tante ricerche di carattere farmaco-tossicologico non hanno messo in evidenza effetti particolari legati a tale farmaco. In ogni caso, bisogna soppesare bene rischi e benefici per la futura madre.

Tra le altre cose, l’atenololo è in grado di sorpassare la barriera della placenta. Per questa ragione spesso si rinvengono dei livelli ematici all’interno del cordone ombelicale. Grande prudenza va posta anche in riferimento all’allattamento. L’atenololo, infatti, ha la tendenza ad accumularsi all’interno del latte materno. Come? In quantità che sono tre volte superiori rispetto alle normali e medie concentrazioni ematiche. Quindi, l’assunzione di tale farmaco può scatenare episodi di bradicardia nel neonato che viene allattato. Di conseguenza, i pericoli dei vari effetti collaterali non vanno sottovalutati nemmeno durante l’allattamento.

Le modalità d’uso

misurare la pressione del sangue

L’atenololo è un farmaco che deve essere assunto per via orale, usando un bicchiere d’acqua. Il dosaggio consigliato è pari, nella gran parte dei casi, ad una compressa al giorno. Ovviamente tranne nei casi in cui il medico dispensa indicazioni differenti. Nel caso in cui il paziente scordi di assumere un dosaggio, deve farlo il prima possibile. Attenzione, però: se dovessero mancare meno di otto ore all’assunzione del dosaggio successivo, la situazione cambia. Infatti, è meglio evitare di assumere il dosaggio che è stato dimenticato.

È bene, invece, proseguire seguendo il trattamento che è stato suggerito da parte del medico curante. La somministrazione di questo farmaco non deve essere interrotta in maniera improvvisa. È sempre meglio concordare con il medico le modalità con cui deve arrestarsi la terapia. In alcuni casi, quando c’è la necessità di una specifica terapia antipertensiva, si può assumere atenololo per tutta la vita.

Avvertenze e conservazione

Seguire lo scherma che viene indicato dal medico curante è di estrema importanza per il buon esito del trattamento. Anche nel caso in cui il paziente si senta bene. Inoltre, cercando di seguire un regime alimentare povero di sodio, si può ridurre la pressione sanguigna. Chi soffre di diabete deve prestare particolare attenzione all’assunzione di atenololo. Infatti, è in grado di nascondere i sintomi tipici dell’ipoglicemia. Nello specifico può comportare un incremento della frequenza dei battiti cardiaci. Questo farmaco va conservato sempre in una zona fresca e asciutta. Mai esporlo alla luce e non utilizzarlo nel caso in cui la scadenza sia stata già superata. È importante che venga conservato anche lontano rispetto alla portata dei bambini.

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