Femore rotto, principali cause negli anziani e nei giovani

Nella sua parte superiore il femore si articola con l’osso dell’anca (articolazione coxofemorale), mentre nella sua parte inferiore l’epifisi distale si articola con la rotula e con la tibia, dando così origine all’articolazione del ginocchio.

Cosa succede quando il femore è rotto

Il trattamento di una frattura del femore non potrà che passare – salvo rari casi – per un intervento chirurgico. Il trattamento conservativo è infatti suggerito solamente in particolari situazioni in cui sussistano delle controindicazioni. In tutti gli altri casi, la chirurgia sarà non solamente il trattamento più utile, quanto anche quello ritenuto fondamentale per la sopravvivenza e per la ripresa funzionale del paziente.

Femore rotto negli anziani

Cosa succede quando il femore è rotto

Nei soggetti anziani il femore si rompe tipicamente nella testa o nel collo, cioè nell’estremità superiore. Una simile condizione limita fortemente la mobilità dell’arto, che risulta peraltro essere già compromessa dall’età avanzata. È per questo motivo che negli anziani la frattura del femore rappresenta un evento molto grave: le statistiche più recenti ci dicono che circa il 15-20 per cento dei pazienti anziani che sperimentano la frattura dell’estremità prossimale (cioè, della parte superiore) muore entro un anno dall’evento traumatico. Ancora più elevata (50 per cento) la percentuale degli anziani che in seguito al trauma perde parzialmente o totalmente l’autosufficienza. Per quanto concerne le ulteriori statistiche del fenomeno, si ricorda come circa i tre quarti delle fratture del femore colpisca le donne.

Detto ciò, ricordiamo anche, a titolo di cause principali, che negli anziani le fratture del femore sono spesso determinate da una caduta o da un trauma che inizialmente si tende a sottovalutare: osteoporosi, tumori o infezioni sono elementi che possono minare la solidità dell’osso, rendendolo così più debole e maggiormente incline a fratturarsi. In particolare, negli anziani è l’osteoporosi il nemico principale da contrastare: si tratta di una malattia sistemica dello scheletro che viene caratterizzata da una ridotta massa ossea e dal contemporaneo deterioramento dell’architettura del tessuto osseo. Ne consegue che le ossa diventeranno più fragili e maggiormente predisposte alle fratture.

Archiviate le cause, è bene ricordare che le fratture al femore possono essere di natura composta o scomposta, e che quando sono di tale seconda categoria, avviene che i due capi ossei perdono il loro naturale allineamento, generando un dolore intenso (spesso esteso anche alla zona dell’inguine) o l’impossibilità di muovere la coscia. Se invece la frattura è di natura composta, non è escluso che il paziente possa accusare un dolore solo lieve, e possa comunque riuscire a camminare.

La diagnosi della frattura al femore verrà effettuata osservando i principali segni clinici, da confermarsi con l’esame radiografico, da effettuarsi in diverse proiezioni, a individuazione della natura della frattura. Infine, per quanto attiene le terapie, la principale è di natura chirurgica, considerando che nell’ipotesi di mancato intervento chirurgico aumenta la probabilità di andare incontro a complicazioni localizzate alla sede della frattura, come la necrosi della testa del femore. La ridotta mobilità potrebbe inoltre favorire la comparsa di altre complicazioni come le piaghe da decubito o le infezioni.

Femore rotto nei giovani

Femore rotto nei giovani

Nei giovani il femore rotto è una condizione meno grave, valutato che grazie alla più resistente salute ossea, la frattura è un evento piuttosto raro e più facilmente “sistemabile”. Nella maggior parte dei casi alla base del femore rotto vi sarà un evento di natura traumatica violenta, mentre è molto più raro che possa insorgere per traumi banali o come conseguenza di carichi prolungati, pesanti ripetuti. Ad ogni modo, anche nei giovani la frattura del femore non potrà che essere trattata prevalentemente per via chirurgica, con l’inserimento di viti e di placche, in maniera tale da favorire la guarigione e prevenire le complicanze.

Per poterne sapere di più, vi consigliamo ovviamente di contattare il vostro medico di riferimento e domandare ogni chiarimento in materia, consapevoli che ogni trattamento verrà calato sulle singole caratteristiche cliniche del paziente.

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