Vaccini: importante scoperta sulla seconda dose di Pfizer

È stata fatta una nuova importante scoperta che riguarda la seconda dose dei vaccini Pfizer: il virologo Roberto Burioni è intervenuto per spiegarla ai cittadini.

seconda dose pfizer vaccini
(Foto Pixabay)

Roberto Burioni, il virologo che è stato sotto i riflettori dell’inizio della pandemia, è intervenuto per spiegare la nuova scoperta sul vaccino Pfizer/BioNTech. Ciò che è emerso dagli studi è importante nella lotta alle varianti del virus e sembra dare una spiegazione sull’attuale situazione inglese. La ricerca ha investigato l’effettiva importanza di ricevere una seconda dose dei vaccini Pfizer con risultati interessanti. Burioni ha pubblicato sul proprio sito un comunicato nel quale delucida sulle nuove scoperte.

La scoperta sull’importanza della seconda dose

Nella giornata di ieri il virologo Roberto Burioni, volto diventato noto dall’inizio della pandemia, ha pubblicato un nuovo articolo sul proprio sito web. Il sito Medical Facts è stato da lui creato per ridurre la disinformazione sul Coronavirus e dare agli utenti una fonte affidabile per reperire notizie di carattere medico.

vaccino covid
(Foto Pexels)

Tra i diversi articoli di ieri uno contiene importanti notizie che riguardano il vaccino Pfizer/BioNTech. Burioni stesso è intervenuto per spiegare perché questa nuova scoperta è fondamentale per sconfiggere le varianti di Covid che si stanno sviluppando in tutto il mondo.

Il virologo ha chiarito i risultati dello studio uscito sulla rivista scientifica The Lancet. Sembra che con la seconda dose del vaccino Pfizer vengano introdotti nell’organismo anticorpi in grado di neutralizzare anche le varianti di Covid. Questo invece non accade con la somministrazione di una sola dose.

Per condurre lo studio è stato prelevato il siero di 250 pazienti prima della seconda dose del vaccino Pfizer e dopo averla ricevuta. Sotto esame era la capacità di neutralizzare le varianti del virus grazie agli anticorpi prodotti da una sola dose rispetto a una vaccinazione completa.

I risultati pubblicati dalla rivista spiegano che la prima dose è in grado di generare anticorpi per combattere il virsus nella sua versione “originale“. Tuttavia è la seconda dose ad indurre una risposta davvero efficace contro le nuove varianti.

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La seconda dose contro le varianti

Il Regno Unito ha scelto come strategia per il proprio piano vaccinale la somministrazione a tutti una prima dose ed effettuare il richiamo dopo circa tre mesi. La scoperta potrebbe quindi spiegare come mai in Inghilterra si siano diffuse così tanto le varianti indiana e brasiliana.

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(Foto Pexels)

Le due varianti, che si sono distinte per la maggiore contagiosità, hanno continuato a circolare nel paese nonostante gran parte della popolazione ha già ricevuto almeno una dose. Burioni ha precisato che comunque questo non è l’unico fattore da tenere in considerazione e che non è solo la capacità del vaccino nel neutralizzare il virus a proteggere le persone.

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Nonostante questo, seppur con alcune limitazioni, la scoperta rimane importante e ribadisce che vaccinare utilizzando una dose soltanto non è stata una scelta priva di controindicazioni. Sembra quindi che al contrario l’Italia abbia optato per un’opzione più efficiente.

Elena O.

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