Gettoni telefonici, quali sono quelli che valgono di più | FOTO

Esistono diversi esemplari di gettoni telefonici, a quasi un secolo di distanza dall’emissione della prima serie. Alcuni possono fruttare una bella cifra.

Gettoni telefonici
Gettoni telefonici quanto valgono Foto dal web

I gettoni telefonici sono una testimonianza di un passato relativamente recente, ma che a pensarci bene apparteneva ad altre epoche ed altre situazioni. Sono cambiate tante cose, in grado di modificare le abitudini di chi negli anni ‘Ottanta e Novanta – ma anche prima – era ragazzino.

E che ben ricorda come fossero comuni i gettoni telefonici prima e le schede telefoniche poi. Simboli in particolar modo dei tempi felici del periodo estivo, di quando la scuola finiva e si andava al mare ed in montagna, e si chiamavano i nonni a casa proprio grazie a questi strumenti anche esteticamente molto ricercati, nel caso delle schede.

Entrambi poi sono stati soppiantati dalla diffusione del telefonino, che ha portato alla dismissione delle cabine telefoniche oltre che delle stesse schede e dei gettoni telefoni. Che quindi hanno assunto un valore nostalgico ma anche collezionistico. Non a caso oggi sono i collezionisti a mettersi alla caccia di quelli che sono i pezzi più pregiati.

Gettoni telefonici, quante versioni: quali valgono di più

La differenza in ciò la fanno essenzialmente due cose: la tiratura, che deve essere il più limitata possibile, e lo stato di conservazione, che invece deve avvicinarsi a presentare delle condizioni di perfezione. Quando questi due fattori coincidono, ecco che abbiamo tra le mani un oggetto molto pregiato e di elevato valore.

Nel caso dei gettoni telefonici abbiamo delle unità che possiamo riconoscere per le annate ed anche per altri dettagli. Ci sono quelli coniati a partire dal 1927 per opera della Stipel (Società Telefonica Interregionale Piemontese e Lombarda), attiva anche in Valle d’Aosta ed antesignana della SIP, divenuta poi nel 1994 Telecom e nel 2016 TIM.

Da lì in poi i gettoni telefonici sono stati poi adottati anche da altre compagnie telefoniche regionali o locali che offrivano il servizio in altre regioni d’Italia. Si trattava nello specifico di Teti (Lazio, Sardegna, Toscana e Liguria), Telve (Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige), Timo (Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Abruzzo e Molise), Set (Campania, Puglia, Calabria, Basilicata e Sicilia) ed Asst, che era l’Azienda di Stato per i Servizi Telefonici.

I primi esemplari di gettoni telefonici delle antenate di Sip-Telecom

Foto dal web

Il gettone Stipel del 1927 riporta sia il marchio della antica società telefonica che un codice alfanumerico, che altro non è che l’unione delle ultime due cifre dell’anno e del corrispettivo numerico del mese di emissione. Ad esempio 7809 indica l’anno 1978 ed il mese di settembre.

I gettoni della Stipel più ricercati sono quelli con un errore di conio per il quale dopo la lettera “L” finale manca il punto. Questi esemplari sono molto rari ed assumono una quotazione di 100 euro presso i collezionisti. Altrimenti il loro valore medio è di 35 euro a pezzo, in condizioni perfette o comunque buone.

Il gettone Timo del 1928, coniato a Bologna, fa riferimento al regime fascista con la sua dicitura “Anno VI°”. Riporta proprio l’anno stesso e poi le scritte “TELEFONI ITALIA” e “MEDIA ORIENTALE”. Questo è un pezzo molto raro, che viene pagato tra i 100 ed i 200 euro.

Potrebbe interessarti anche: Due euro rari, questa moneta fa discutere: è rara davvero o è una truffa?

Prima del 1959: i vari pezzi delle diverse società

Ma anche più difficile da trovare è il gettone Telve con su la dicitura “SOCIETA’ TELEFONICA DELLE VENEZIE” e risalente al 1932. I collezionisti lo acquistano a 250 euro di base e può fruttare potenzialmente anche più soldi.

Poi c’è il gettone Set, coniato a Napoli nel 1934, presente in due versioni. Quella normale vale 70 euro, quella più ricercata è contraddistinta da un errore di conio che è caratterizzato dall’assenza di un punto dopo la “T” nella sigla S.E.T. presente su una delle sue facce. In questo caso vale 180 euro.

L’ultimo esemplare dei gettoni telefonici “antichi” è quello della Teti del 1935, realizzato a Roma. Anche in questo caso c’è su impressa la dicitura della società di riferimento. I pezzi più comuni valgono 20 euro, ma quelli che risultano essere meglio conservati possono sfondare pure il muro dei 200 euro di quotazione collezionistica.

Potrebbe interessarti anche: Un euro, lo strano caso del pezzo greco: quanto vale? FOTO

La tabella che riassume tutti i valori dei vari esemplari coniati

Foto dal web

Dopo il 1959 si diffusero poi i gettoni telefonici in voga fino agli anni Novanta. Già nel corso di metà anni Ottanta la loro produzione cessò del tutto dopo il 1984, anche se il loro utilizzo rimase fino ai primi anni 2000, salvo poi sparire del tutto.

Potrebbe interessarti anche: Monete rare, se avete queste lire siete ricchi: quanto valgono FOTO

Potrebbe interessarti anche: Collezionismo, tutto vale: anche questo oggetto che tutti hanno avuto

Questi si riconoscono per la presenza della scritta “GETTONE TELEFONICO”, con mese ed anno legati nel codice alfanumerico posto immediatamente sotto. Di seguito i loro valori al massimo delle condizioni di conservazione:

  • Gettoni telefonici sigla 7803 (20 euro);
  • Gettoni telefonici sigla 7704 (50 euro);
  • Gettoni telefonici sigla 7502 (10 euro);
  • Gettoni telefonici sigla 7412 (50 euro);
  • Gettone telefonico sigla 7706 (12 euro);
  • Gettoni telefonici sigla 8011 (15 euro);
  • Gettoni telefonici sigla 7901 (18 euro);
  • Gettone telefonico sigla 7304 (60 euro);
  • Gettoni telefonici sigla 7110 (70 euro);
  • Gettoni telefonici sigla 6504 (45 euro);
Impostazioni privacy