Sindrome di ruminazione: di cosa si tratta, quali sono i sintomi e i trattamenti

La sindrome di ruminazione è una patologia molto particolare. Vediamo in cosa consiste, quali sono i sintomi, la diagnosi e la cura.

Ruminazione
Ruminazione (da Adobe Stock)

La sindrome di ruminazione è un disturbo alimentare che consiste nel rigurgito di piccole quantità di cibo ingerito. Questo non viene digerito dallo stomaco, torna nella bocca e la persona dovrebbe masticare di nuovo e deglutire. Oppure sputarlo. Tutto questo avviene senza sforzo, senza nausea e senza conati di vomito.

Il termine “ruminazione” lo avrete già sentito riferito ai bovini o mammiferi erbivori. Infatti, pecore, capre, cervi, antilopi sono chiamati ruminanti per la forma del loro stomaco e dalla ruminazione, appunto. Trattandosi dello stesso fenomeno la scienza ha preso in prestito la terminologia.

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C’è da dire che le persone che soffrono di questo disturbo possono essere tante, solo che non è facile farne una stima dal momento che molti tendono a vergognarsene e a non andare a fare accertamenti medici. Tra quelli che l’hanno fatto non è emersa alcuna altra malattia o patologia. Ma questa patologia è ancora in fase di studio.

Sindrome di ruminazione: cause, sintomi e cura

nausea
(foto pexels)

Gli studi si stanno concentrando sulle cause di questo disturbo, dal momento che non sono ancora chiare. Quello che si sa è che succede spesso nei bambini, nelle persone con disabilità legate allo sviluppo ma anche negli adulti. Si verifica un aumento della pressione addominale e sembra che sia un atto inconscio. Ma spesso viene associata a stress, ansia e depressione.

Il rigurgito del cibo avviene dopo 10-15 minuti dal pasto, ma possono passare anche un paio di ore. Tuttavia, questa sindrome può presentare anche altri sintomi come:

  • perdita di peso
  • indigestione
  • mal di stomaco
  • senso di pesantezza e pienezza
  • alitosi e carie

Per quanto riguarda gli accertamenti medici questi consistono nella raccolta di informazioni da parte del paziente, radiografia e gastroscopia. In genere questa sindrome non dà particolari conseguenze fisiche dal momento che non c’è sforzo e il cibo che torna nella bocca non è acido o amaro, ma ha il sapore di quando si è ingerito la prima volta. Rimane il fatto che può creare imbarazzo nella persona, disagio, malnutrizione, disidratazione e la possibilità che il cibo possa andare nelle vie respiratorie.

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La complicazione che può verificarsi è la lesione all’esofago. Quando questa è possibile si pensa ad una cura e ad un trattamento adeguato alla persona che consiste nell’assumere farmaci e seguire una terapia psicologica, oltre ad insegnare la respirazione diaframmatica.

 

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