Conto Corrente: i 4 motivi per cui viene bloccato da una banca

Un conto corrente può essere bloccato da una banca in base a 4 importanti motivazioni, di seguito vi spieghiamo quali sono

conto bloccato banca
cassetta di sicurezza (Pixabay)

Sono ben lontani i tempi in cui i propri risparmi si conservavano sotto il materasso. Ormai tutti siamo in qualche modo “costretti” ad avere un conto corrente per poter sbrigare le azioni più comuni del nostro quotidiano.

Senza sarebbe praticamente impossibile vedersi accreditato uno stipendio oppure compiere quelle transazioni che ci permettono di vivere l’aspetto economico della nostra società.

Avendo un’importanza quasi vitale ecco che, nel caso in cui la nostra banca decidesse di bloccarlo, incapperemmo in grandissimi disagi che sono facili da immaginare.

È doveroso specificare però che nessun istituto bancario decide, in piena autonomia, di bloccare un conto dall’oggi al domani. Spesso si arriva a tali conseguenze su espressa richiesta dell’autorità giudiziaria che evidentemente ritiene opportuno tale procedimento.

Esistono però alcune motivazioni che possono permettere ad una banca di bloccare un conto negando così all’intestatario di potervi accedere.

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I motivi per cui un conto corrente è bloccato dalla banca

conto bloccato banca
euro (Pixabay)

Una banca arriva alla decisione di bloccare un conto corrente, creando quindi un disagio al correntista, esclusivamente per 4 motivi.

Innanzitutto un istituto bancario arriva a tale decisione nel caso in cui il conto risulti essere scoperto, ovvero non solo non c’è più denaro depositato ma il correntista ha anche accumulato debiti verso terzi.

In quest’evenienza vengono bloccate le carte di credito, il bancomat e il libretto d’assegni impedendo in questo modo qualsiasi tipo di transazione. Il conto viene riattivato soltanto nel momento in cui il debito, fino a quel momento accumulato, viene coperto per intero dal correntista.

Un altro motivo per bloccare un conto riguarda il mancato rispetto delle norme antiriciclaggio introdotte in Italia a partire dal 2014. Tale normativa prevede che il correntista sia tenuto a compilare e sottoscrivere un questionario in cui dichiara i suoi dati sensibili al quale allega copia dei suoi documenti.

Nel caso in cui tale questionario non venga compilato entro 60 giorni la banca è autorizzata a bloccare il conto anche per non incorrere in eventuali sanzioni per non aver adempiuto alla sua funzione di controllo.

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L’istituto bancario inoltre provvede a bloccare un conto nel caso in cui il correntista abbia un grosso debito. In questo caso viene bloccata la somma del debito più la metà e l’Agenzia delle Entrate può decidere di avviare, a seguito di tale procedimento, anche il pignoramento.

Il conto ritorna nella disponibilità del correntista solo nel momento in cui ha saldato per intero il suo debito.

Infine un conto corrente può essere bloccato dalla banca nel caso in cui l’intestatario dovesse morire. Tale condizione permane fino a quando non si conclude l’iter della successione e i legittimi eredi possono beneficiare del fondo.

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