L’alcool causa cancro e cirrosi, Ue introduce limitazioni al consumo di vino

La Ue è alle prese con nuove limitazioni per l’abuso di vino e alcool, le misure adottate rischiano di mettere in ginocchio il settore vinicolo italiano.

Commissione europea frena la produzione del vino
Commissione europea frena la produzione del vino (foto da Pixabay)

La Ue è alle prese con nuove limitazioni per l’abuso di vino e alcool, le misure adottate rischiano di mettere in ginocchio il settore vinicolo italiano. Che l’alcool faccia male lo sanno tutti, specialmente quando se ne abusa. Ma la Commissione europea è decisa a emanare nuove forti restrizioni per la produzione e il commercio delle bevande alcoliche.

Ciò potrebbe mettere in ginocchio interi settori, in particolare quello vinicolo italiano. L’Europa ha deciso così di proseguire la sua campagna di prevenzione. Secondo le statistiche, l’alcool è una della cause più frequenti di morti. Le morti, collegate a questo fenomeno, sono:

  • del 29% i casi di tumore
  • del 20% per la cirrosi epatica
  • il 19% per patologie cardiovascolari
  • del 18% per incidenti dovuti all’alcool

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Le cause principali di morte derivanti dall’alcool, le misure dell’Europa

La Ue, proprio per il vino, sta pensando di applicare addirittura un’etichetta nera
Vino, la Ue sta pensando di applicare addirittura un’etichetta nera (foto da Pixabay)

Le morti legate allo sviluppo di tumori legati all’alcool sono in crescita. La pandemia non ha fatto altro che alzare il consumo di alcolici tra la popolazione, anche quella più giovane. L’obiettivo della Comunità europea è quello di abbassare del 10% il commercio dell’alcool, incrementando le tasse ai prodotti. In questo modo si pongono nuovi limiti al consumo di alcool, ma si svantaggiano i produttori, costretti a pagare tasse più alte.

Tra gli obiettivi della Ue c’è quello di etichettare prodotti salutari e prodotti non salutari attraverso l’applicazione di particolari etichette colorate. Etichetta verde significa prodotto sano e di qualità, etichetta rossa significa prodotto non sano o dannoso. A determinare il colore dell’etichetta è proprio la composizione del prodotto, in base ai suoi ingredienti.

Tra gli ingredienti presi in esame ci sono zuccheri, sale, acidi grassi, fibre, proteine, valore energetico e molto altro. Questo sistema di valutazione dell’alimento o della bevanda è chiamato Nutri-Score, inventato in Francia qualche anno fa e diffusosi in altri Paesi. In Italia potrebbe arrivare quest’anno, avvalendosi anche di altri colori per le etichette.

Le limitazione dell’Ue rappresenterebbero il tracollo vinicolo italiano

Le limitazione dell'Ue rappresenterebbero il tracollo vinicolo italiano
Le limitazione dell’Ue rappresenterebbero il tracollo vinicolo italiano (foto da Pixabay)

L’Italia si è sempre schierata contro tale metodo, perché sembra assurdo etichettare un prodotto in base alla composizione. Poiché a fare una dieta sana non è il singolo prodotto, ma la qualità, la varietà e la costanza dell’alimentazione quotidiana. Il vino sarebbe dunque etichettato col rosso, cioè prodotto non sano, ma anche l’olio d’oliva o il Parmigiano.

La Ue, proprio per il vino, sta pensando di applicare addirittura un’etichetta nera, per via delle numerose sostanze cancerogene dell’alcool. Il vino sarebbe quindi cancerogeno? Assurdo pensarlo, visto che è la quantità scorretta che ne determina la gravità. La Uiv, l’Unione Italiana Vini, protesta fermamente, affermando che in questo modo si decreterà la fine del vino italiano.

Tutte le caratteristiche del vino italiano, ossia bontà, qualità, eccellenza e stile di vita equilibrato e invidiato nel mondo, si perderanno con l’etichetta nera. Inoltre, sarebbe un’offesa a tutti i lavoratori che contribuiscono alla produzione di un prodotto garantito, invidiato ovunque, nonché vanto stesso dell’Italia. Lo si confonderebbe con una qualsiasi bevanda zuccherata di bassa qualità.

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Tra etichette colorate, tassazioni alte, divieto di pubblicità agli eventi sportivi, il settore vinicolo è in ginocchio, almeno in Italia, ma non all’estero, visto i introiti da record prodotti nel 2021. Una ulteriore diffamazione andrebbe a distruggere il mondo vinicolo italiano e il Made in Italy. Un consumo moderato e controllato, simbolo stesso dello stile di vita italiano, non deve essere confuso con l’abuso di alcool e con lo sviluppo di malattie mortali.

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