È in corso già da tempo uno spaventoso aumento dei prezzi. E tra le industrie colpite c’è quella della pasta, con conseguenze tremende per le nostre tasche.
![Aumento dei prezzi della pasta](https://www.inran.it/wp-content/uploads/2022/02/Aumento-dei-prezzi-della-pasta-1.jpg)
Aumento dei prezzi, un incubo che durerà per almeno tutto il 2022. Ogni cosa ha conosciuto dei rincari pesanti da qualche mese a questa parte. Già nell’ultima parte del 2021 diversi beni di prima necessità, alimentari e non, hanno visto il loro prezzo salire alle stelle.
Le motivazioni di questo aumento dei prezzi generale sono diverse e hanno portato ad una reazione a catena estremamente nociva per i portafogli di noi consumatori. Perché difatti la conseguenza estrema di questa congiuntura sfavorevole si ripercuote proprio sui costi, che siamo noi a dovere coprire facendo fronte ai rincari in qualsiasi settore.
Stiamo assistendo ad un aumento dei prezzi di energia elettrica e gas, di benzina e diesel, del costo di plastica, vetro e carta necessari per gli imballaggi e di molto altro.
Aumento dei prezzi, una tremenda reazione a catena
![Aumento dei prezzi della pasta](https://www.inran.it/wp-content/uploads/2022/02/Pasta-corta.jpg)
Come è facile immaginare, le spese sono ingenti non solo per le famiglie ma anche per le imprese. Le quali stanno spendendo molto di più per produrre, con i loro prodotti piazzati poi con più difficoltà nei supermercati e nei punti vendita.
E ciò succede proprio per l’aumento dei prezzi legati in questo caso ai trasporti. Si deve spendere di più per confezionare ed imballare le merci e per portarle principalmente su gomma nei punti di destinazione. La spirale negativa ha colpito da mesi anche l’industria alimentare, e gli esempi in tal senso sono tanti.
Pensate all’aumento del prezzo del pane, che in alcune parti ora costa addirittura ben più di 6 euro al chilo. Colpa della penuria di grano disponibile quest’anno, con i principali raccolti mondiali andati in buona parte distrutti per via di calamità naturali impreviste, riconducibili senza dubbio anche al cambiamento climatico.
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Guai tremendi per i produttori di pasta
![Pasta](https://www.inran.it/wp-content/uploads/2022/02/Pasta.jpg)
E se il grano costa di più, costano di più pure la farina e tutto ciò che ne deriva, tra cui il pane e la pasta. La produzione di quest’ultima, per i soggetti produttori, costa ora il 50% in più rispetto ad un anno fa. In media un euro e mezzo in più ad unità, nel caso degli spaghetti.
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Raccolti disastrosi, aumenti delle materie prime per l’imballaggio e dei carburanti per il trasporto, oltre che delle bollette sempre per la produzione, hanno portato a questa situazione a valanga in cui l’effetto finale è l’impennata dei prezzi.
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Per ora c’è chi sceglie comunque di vendere in perdita, ma è chiaro che l’industria della pasta sta andando sempre più in sofferenza. Non resta che aspettare una normalizzazione di questa situazione, che però secondo gli esperti dovrebbe durare ancora a lungo ed arrivare ad estendersi almeno fino ai primi mesi del 2023.