Buoni fruttiferi postali su carta riciclata, hanno validità?

Controllate i vostri buoni fruttiferi postali e nel caso andate a riscuoterli se il momento vi sembra giusto. In caso di diniego di Poste potete fare così.

Persone in fila all'esterno di un ufficio postale
Persone in fila all’esterno di un ufficio postale (Foto ANSA)

Buoni fruttiferi postali, a volte possono sorgere delle controversie che mettono l’uno contro l’altro il titolare di un libretto di risparmio contraddistinto dalla presenza degli interessi ed atto a far maturare degli interessi con il passare del tempo, e Poste Italiane che mette a disposizione il servizio.

In questi casi non è raro che si assista al necessario intervento da parte di un giudice, chiamato a prendere una decisione definitiva per appianare le divergenze. Questo è proprio quanto successo ad un uomo di Genova, che nel 2001 si era avvalso di buoni fruttiferi postali valutati 500 euro ognuno.

Si trattava di buoni emessi con serie AF riportata a mano, su carta in cui era stampata una intestazione serale diversa. Nel 2015 questa persona aveva deciso di volere riscuotere la cifra nel frattempo maturata dopo tutto quel tempo. Ma con sua grande sorpresa la sua richiesta si è scontrata contro il no di Poste Italiane.

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Buoni fruttiferi postali, perché Poste si era rifiutata di riconoscerli

Un dipendente di Poste Italiane al lavoro
Un dipendente di Poste Italiane al lavoro (Foto ANSA)

Questi si è sentito dire quel che mai avrebbe immaginato, ovvero che i suoi buoni fruttiferi postali erano caduti in prescrizione e che non risultavano validi per via della discrepanza tra carta intestata e numero di serie diverso di questi buoni. La Confconsumatori si è schierata dalla parte del cittadino, vista anche la posizione di forte diniego mostrata dalle Poste.

E proprio l’uomo coinvolto in questo procedimento contro l’ente alla fine ha avuto ragione. Il Tribunale di Bologna ha decretato che la prescrizione esiste ma che si applica a partire da dopo il 2025. E ciò in relazione alla serie AA1 che era precedente al 9 gennaio 2001.

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La carta della serie AA1 era stata riciclata per i buoni in questione il cui identificativo seriale era invece AF, con tale sigla che risultava presente con apposito timbro e con tanto di firma dell’impiegato postale. Procedura ritenuta corretta e che equiparava la serie dei buoni del cittadino che aveva fatto ricorso con quella AA1, nonostante le correzioni a mano.

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Ad ogni modo si è venuto a creare un precedente che pende tutto dalla parte dei correntisti di Poste Italiane. Qualora qualcuno decida, dopo anni, di volere incassare quanto maturato con i propri buoni fruttiferi, in caso di diniego potrà inoltrare ricorso e cercare di ottenere un esito favorevole al cospetto del giudice.

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