Pagamenti POS, cosa succede se in negozio ti diranno di no

I pagamenti POS diventano uno standard a tutti gli effetti dal 30 giugno 2022. Ma quali saranno le conseguenze se l’esercente si rifiuta di ricevere un versamento con carta di credito o di debito.

Un pagamento con POS in corso
Un pagamento con POS in corso (Pixabay)

Pagamenti POS, uno strumento pratico e veloce per portare a compimento i nostri acquisti. In qualsiasi negozio possiamo portare a casa la merce che più ci piace semplicemente sfoderando la nostra carta di credito o di debito. Dopo appena qualche secondo, ecco che la transizione è andata a buon fine e non ci resta che salutare il commesso.

I pagamenti POS però possono essere applicati anche per acquisti di poco conto. Anche se fino ad oggi molto spesso ci sarà capitato di sentirci dire da particolari categorie di esercenti che “non c’è linea”. E che quindi, disdetta, proprio in quel momento i pagamenti POS non è possibile portarli a termine.

Questa cosa è di sovente capitata in tabaccheria, oppure al bar per pagare un caffè o una brioche. Dispiace dirlo, ma nella maggior parte di queste circostanze il tabaccaio od il barista ci stanno dicendo una bugia. Infatti sui pagamenti POS loro sono tenuti a versare una percentuale in commissioni. Per questo motivo loro preferirebbero sempre i versamenti in contanti da parte dei loro clienti.

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Un versamento con POS in via di completamento
Un versamento con POS in via di completamento (Pixabay)

Ma con loro disappunto, dal 30 giugno 2022 ecco l’introduzione del POS obbligatorio per tutto. Qualsiasi tipo di attività dovrà munirsi di un macchinario idoneo alla lettura di carte che consentano di compiere delle operazioni finanziarie. E lo stesso vale anche per svariate figure di professionisti, dall’architetto al commercialista e così via.

Lo scopo è molto facile da immaginare riguardo alla introduzione di questo provvedimento. Si tratta di uno strumento per contrastare l’evasione fiscale e per impedire che in molti evitino di rilasciare lo scontrino. In questa direzione viaggiano tanti altri provvedimenti che mirano a ridurre la circolazione del denaro contante in favore di strumenti di pagamento che siano invece tracciabili.

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Le multe che verranno comminate a quei titolari di esercizi commerciali o di servizi privati che non ammetteranno i pagamenti POS, riguarderanno ciascuna operazione negata. Ogni no immotivato dato al cliente che intende pagare con carta costerà all’esercente che non attuerà le regole 30 euro più il 4% della transizione negata.

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Inoltre ognuno di essi è anche tenuto a comunicare ogni giorno, al termine della giornata lavorativa, il resoconto di tutte le operazioni portate a termine proprio con il POS. Così facendo sarà possibile stabilire una media e capire se qualcuno sta continuando nell’eventualità a fare il furbo.

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