Lasciare qualcosa può cambiare la vita: quando mollare è una forza e non una debolezza

In moltissime situazioni mollare è più una forza che una debolezza, lasciare qualcosa infatti può davvero cambiare la vita, ti svelo alcune informazioni davvero utili.

Negli ultimi due anni moltissime persone hanno preso la decisione di licenziarsi, per varie ragioni. Sono però in tanti a provare disprezzo nei confronti di chi molla perché lo considerano debole.

Via cambia lasciare qualcosa
Donna immersa tra i suoi pensieri (Canva) -Inran.it

Nel suo libro ‘Mollare non è una cosa da deboli’ la giornalista Julia Keller ha messo in risalto i benefici che si possono ottenere grazie alla rinuncia. Durante un’intervista ha fatto sapere come si impara a lasciarsi alle spalle qualcuno o qualcosa senza sentirsi in colpa, concentrandosi piuttosto sugli aspetti positivi di quella decisione.

A detta sua il fatto di riuscire a lasciare qualcosa, non solo il lavoro ma anche una relazione o una passione che non funziona più, significa credere che ci sia qualcosa di meglio per se stessi. C’è chi pensa che ‘lasciare’ sia sintomo di debolezza ma in molti casi è invece sintomo di grande forza, cioè quella dell’implacabile speranza. Lasciare qualcosa può quindi cambiare la vita, continua però a leggere i successivi paragrafi per saperne di più.

Ecco perché lasciare qualcosa non è sempre una debolezza, a volte può cambiare la vita

Nella vita non bisognerebbe mai accontentarsi ed è per questo che è importante andare sempre alla ricerca di un futuro migliore e spesso per farlo è necessario lasciar andare qualcosa.

Lasciare qualcosa cambiamento
Donna si sente libera dopo aver lasciato qualcosa (Canva) -Inran.it

La nota giornalista ha preso in prestito una frase del drammaturgo americano Tennessee Williams, cioè: “Ogni ticchettio dell’orologio è perdita, perdita, perdita, a meno che non dedichi il tuo cuore a contrastarlo.” Ha poi detto che il miglior modo per farlo a parer suo è quello di lasciare tutto ciò che non rende per poter intraprendere percorsi diversi e più promettenti. Pensa anche che bisognerebbe prendere esempio dagli animali, che per assicurarsi la sopravvivenza sono sempre pronti a rinunciare per poter cercare altro, di certo non gli importa sembrare forti e duri.

Anche gli essere umani dovrebbero adottare come strategia di vita la rinuncia quando è necessario, senza provare nessun senso di colpa quando ci si arrende. Il suo libro è nato proprio dalle rinunce che ha fatto nella sua vita? A questa domanda Julia Keller ha risposto dicendo che all’età di 19 anni ha lasciato la scuola di specializzazione perché non era felice, ha anche lasciato diversi lavori e quando smetteva era terrorizzata perché aveva paura di commettere un errore.

Lati positivi rinuncia
Ragazza felice dopo una rinuncia (Canva) -Inran.it

Rinunciare a qualcosa non sempre funziona. Secondo la Keller la cosa importante però è il fatto di fare un passo in avanti verso un futuro incerto avendo nel cuore tanta speranza. Il motivo? Perché si va alla ricerca di cose migliori invece di accontentarsi. La giornalista ha poi fatto sapere di aver intervistato centinaia di persone che hanno smesso di fare qualcosa. La maggior parte di loro si pente più di non aver mollato prima determinate cose rispetto al rimpianto delle cose lasciate. Per molti mollare è una via d’uscita vigliacca. Lei pensa invece che è un passo coraggioso che difficilmente porta verso il rimpianto.

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