WhatsApp, perché in tanti lo stanno lasciando per Telegram: “Gravissimo”

A detta di molti, WhatsApp sta perdendo colpi, in particolar modo contro un diretto competitor ritenuto più tollerante quale è per l’appunto Telegram.

WhatsApp sente la concorrenza di Telegram
Foto dal web WhatsApp sente la concorrenza di Telegram

WhatsApp, da diverso tempo, deve guardarsi le spalle da tutta una serie di rivali che si stanno ritagliando una certa fetta di utenti nell’ambito dello scambio di messaggi all’istante. L’applicazione che è una parte fondamentale della galassia Meta fondata da Marck Zuckerberg, assieme a Facebook ed Instagram, resta il leader del settore a livello globale.

Ma i vari Telegram e compagnia cantante incalzano WhatsApp, approfittando di alcune mancanze o funzionalità reputate non del tutto funzionali da parte di quest’ultimo. Ad esempio in più di uno lamenta dei crash improvvisi, con un blocco totale del funzionamento di WhatsApp perdurato per ore addirittura in tutto il mondo. Cosa che a Telegram, tanto per fare un paragone diretto, non è mai capitato.

E non è raro assistere ad una migrazione da una parte all’altra. Telegram piace perché è semplice, sicuro ed immediato. Inoltre il legame che lega a doppia mandata WhatsApp a Facebook non è visto di buon occhio.

WhatsApp, perché Telegram lo sta spodestando

Foto dal web

Questo in relazione a quella che è la politica di condivisione riservate reciproca. I nostri dati sensibili accettati su WA vengono trasmessi direttamente a Facebook, con lo scopo di ricevere delle proposte pubblicitarie mirate. Ma in tanti storcono il naso dopo avere saputo ciò.

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E per chi ha negato il proprio consenso a mettere a disposizione tali dati risulta impossibile, dalla metà dello scorso mese di maggio, fare uso di WA. Alla linea dura da parte di quest’ultimo, parecchi utenti hanno risposo in maniera altrettanto netta passando subito a Telegram, e fino ad oggi tale cambiamento non sembra avere portato alcun contraccolpo, a fronte di tanti vantaggi.

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Da questo punto di vista la crisi di utenti e di nuovi iscritti da parte della applicazione di scambio di contenuti in live facente capo a Zuckerberg andrebbe tamponata con la attuazione di una policy più conciliante per i suoi fruitori.

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