Tariffe telefoniche, più tutela per i clienti con le nuove regole

Dalla fine del 2021 sono diventate effettive delle norme in materia di tariffe telefoniche volte ad offrire più trasparenza a chi sottoscrive un contratto.

Tariffe telefoniche introdotte nuove norme
Tariffe telefoniche introdotte nuove norme Foto dal web

Tariffe telefoniche, sono scattate delle nuove regole con la fine del 2021. Dallo scorso 9 dicembre, per la precisione, vige una serie di nuove norme dettate all’interno del Codice delle Comunicazioni Elettroniche dell’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

Ed arrivano buone notizie in tal senso, perché il testo che dispone le nuove tariffe telefoniche fa riferimento anche a quella che deve essere una maggiore trasparenza nei contratti stipulati tra una delle varie compagnie esistenti ed i propri clienti.

In particolare, le suddette tariffe telefoniche dovranno sottostare a dei controlli ed a delle verifiche che accertino che le offerte proposte siano proporzionali con quelle che sono le esigenze di mercato. Uno dei fattori introdotti in tal senso sta nella durata minore minima che riguarderà ogni nuovo accordo stipulato.

Tariffe telefoniche, più tutela per noi

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Questo vuol dire che un contratto con un nuovo utente dovrà avere una durata minima inferiore rispetto agli attuali 48 mesi. Inoltre trovano spazio con chiarezza le indicazioni su quelli che saranno i costi di installazione dei vari accessori necessari, come router e modem vari.

Non mancano però dei possibili risvolti negativi legati all’introduzione delle nuove norme nell’ambito delle tariffe telefoniche. Ad esempio c’è la possibilità che i costi aumentino, con il canone mensile che facilmente potrebbe levitare verso l’alto.

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Oppure si profila l’opzione, per le compagnie, di proporre due contratti ben distinti: uno per la linea del telefono e di internet e l’altra per installare le necessarie apparecchiature.

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Ci sono delle introduzioni sulla possibilità di recesso, che vede un periodo molto lungo (48 mesi, come detto, n.d.r.). In virtù di ciò allora si pensa di estendere il periodo disponibile per il recesso dagli attuali 30 giorni a 60. E di poterlo fare in maniera gratuita, senza i grossi esborsi previsti al momento.

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