Patatine fritte, rischio cancro: come limitare i danni

Le patatine fritte sono dannose per la salute, in particolare alzano il rischio di cancro per una sostanza contenuta al loro interno.

patate fritte
Patatine fritte (da Pixabay)

Le patatine fritte sono uno degli alimenti più diffusi ma anche uno di quelli meno salutari. Il loro gusto e la loro croccantezza fanno venire l’acquolina in bocca solo a pensarci o solo a vedere una foto e a vedere la scritta. È il contorno più consumato al ristorante, in pizzeria sulle pizze, il cibo che si fa di più anche a casa per la sua facilità di preparazione: basta tagliare le patate (o comprarle già surgelate) e poi friggerle dentro abbondante olio bollente.

Tutti i cibi fritti, e in particolare le patate fritte, però, hanno una notevole quantità di grassi e già per questo fanno molto male. Ma non tutti sanno che c’è una sostanza presente che è molto più dannosa perchè è cancerogena. Si tratta dell’acrilammide. Questa sostanza è presente in diversi processi industriali e poi si forma con la cottura di alimenti che contengono amido come le patate, il pane, i biscotti, il caffè tostato.

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Ma allora che cosa si può fare per difenderci da questa sostanza pericolosa per il nostro organismo continuando comunque a mangiare le patate fritte? C’è un modo? Ecco che cosa dicono gli esperti.

Patatine fritte: come ridurre il rischio cancro

patatine fritte
Patatine fritte (Foto di Dzenina Lukac da Pexels)

Questa sostanza non è solamente cancerogena ma anche neurotossica. Inoltre, il pericolo è maggiore per i bambini, che sono più piccoli e che possono avvertire di più l’effetto. Non ci sono molte persone a conoscenza di questo problema, ma lo stesso Sottosegretario al Ministero della Salute Andrea Costa è intervenuto a riguardo.

Ha riferito che l’Unione Europea ha dato disposizioni chiare perchè vengano intensificati i controlli e gli studi per stabilire le soglie minime consigliate. Inoltre, si è già sulla strada per poter avere l’etichetta con l’indicazione precisa sugli alimenti in commercio. Ma rimane un problema: come evitare che questa sostanza si formi nelle fritture che vengono fatte in tutte le case? Un modo c’è. Queste le indicazioni:

  • Aggiungere alla panatura dei cibi fritti il tè verde;
  • Usare per la frittura olio extravergine di oliva o olio di girasole e non superare i 170 gradi;
  • Interrompere la cottura prima che il cibo diventi marroncino.

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In questo modo si riduce fortemente la possibilità di sviluppare l’acrilammide e si potranno gustare lo stesso delle pietanze fritte. Ovviamente senza mai esagerare. I rischi sono sempre presenti e molto gravi.

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