Quando si accendono i termosifoni? Si va verso il cambio di data urgente

Le possibili nuove indicazioni su quando si accendono i termosifoni. Data la crisi energetica in corso in particolar modo con il gas, è al vaglio un pacchetto di soluzioni di emergenza.

Controllo di un calorifero
Controllo di un calorifero (Pixabay)

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Quando si accendono i termosifoni? L’attivazione programmata in Italia avviene da sempre in base a determinate fasce geografiche. La precedenza spetta naturalmente a quelle aree che sorgono in parti dove le situazioni climatiche sono più marcate nel corso della stagione fredda e che presentano quindi una esposizione alle basse temperature.

Quest’anno la situazione sarà particolare, e purtroppo non per fattori positivi. Con la crisi energetica in atto e con le riserve di gas naturale che non godono più della stessa disponibilità degli anni passati, ci sarà la necessità di fare ricorso alla parsimonia. Dalle istituzioni sono giunti numerosi inviti in tal senso, ed anche sul quando si accendono i termosifoni si avrà una risposta a tale esigenza.

Le indicazioni riferiscono di tenere più basse le temperature di uno od anche due gradi, arrivando così al valore consigliato di 18°. Inoltre si raccomanda di accendere con qualche ora di ritardo i riscaldamenti in casa, e di spegnerli prima, facendo invece ricorso ai caminetti quando possibile oppure all’utilizzo di qualche coperta o vestito pesante in più.

Quando si accendono i termosifoni? Le possibili nuove date

Il termostato digitale di un termosifone
Il termostato digitale di un termosifone (Pixabay)

L’associazione Assopetroli-Assoenergia ha richiesto ufficialmente al Ministero per la Transizione ecologica di fare partire l’accensione dei termosifoni 15 giorni dopo la data consueta. E di farli spegnere quando giungerà la bella stagione con un anticipo sempre di poco più di due settimane.

Così facendo, Assopetroli-Assoenergia ritiene che l’Italia potrebbe risparmiare un 10% circa sui consumi medi annui delle famiglie. Che corrispondono a 1,5 milioni di metri cubi di gas in meno impiegati. Inoltre ci sarebbe un ulteriore risparmio dovuto all’adozione di pratiche virtuose negli uffici della pubblica amministrazione e del settore terziario.

In totale si tratterebbe di un mese in meno di ricorso ai riscaldamenti. Ed anche le accensioni programmate in base alle zone climatiche verrebbero così influenzate da un possibile posticipo. Ad oggi si partirebbe il 15 ottobre con la fascia E, che riguarda circa il 70% del possibile risparmio calcolato. Quindi il rinvio porterebbe al 1° novembre per fare si che vengano accesi i riscaldamenti.

Le date attuali ed i cambiamenti applicabili

Inoltre si studia anche una serie di situazioni per le quali limitare il più possibile l’illuminazione pubblica relativa a monumenti ed edifici pubblici. In tal senso i comuni hanno carta bianca. Le zone climatiche in Italia sono così ripartite:

  • F (senza limitazioni di accensione e spegnimento): provincie di Belluno e Trento.
  • E (15 ottobre-15 aprile fino a 14 ore al giorno) province di: Alessandria, Bergamo, Brescia, Bolzano, Milano, Padova, Torino, Bologna, L’Aquila, Parma, Trieste, Udine, Venezia, Verona, Arezzo, Perugia e Potenza.
  • D (1° novembre-15 aprile fino a 12 ore al giorno) province di Avellino, Caltanissetta, Firenze, Genova, Livorno, Pisa, Roma, Siena e Vibo Valentia.
  • C (15 novembre-31 marzo fino a 10 ore al giorno) province della fascia adriatica nord e di Bari, Cagliari, Cosenza, Napoli, Oristano, Salerno e Taranto.
  • B (1° dicembre-31 marzo fino a 8 ore al giorno) province di Agrigento, Catania, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani.
  • A (1° dicembre-15 marzo fino a 6 ore massimo al giorno) isole del Sud quali Linosa e Lampedusa o la zona di Porto Empedocle, in provincia di Agrigento.
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